Surreale, irreale, kafkiano, assurdo, inverosimile... questi alcuni degli attributi che meglio potrebbero definire Luigi Di Maio, le sue attuali dichiarazioni e la credibilità che gli viene accreditata dal suo nuovo alleato politico, il Partito Democratico.

Di Maio si azzarda a parlare di una legge sul clima (ancora da scrivere, ci mancherebbe altro!) sui propri profili social ed è l'ennesima occasione per venire ridicolizzato, senza pietà.

Ma in fondo, è ciò che merita, perché dire che adesso c'è bisogno di una legge sul clima perché i fiumi sono in secca e fa troppo caldo, va ben al di là dell'ovvio... senza dimenticare che è stato al governo come ministro di questo e quello per tutta l'attuale legislatura. Compito di chi governa è prevenire, non fare propaganda sull'argomento che al momento è in tendenza.

Ma Giggino delle ironie e delle contumelie se ne frega, tanto una poltrona gliela devono aver garantita, e allora si leva le sue soddisfazioni contro i suoi nemici, senza preoccuparsi, ancora una volta, di sfidare il ridicolo. Ed eccolo adesso scagliarsi contro Giuseppe Conte, che lo ha sostituito alla guida del M5S.

"Ci sono diversi Conte che ruotano sempre intorno a Conte, questa è l'unica certezza che abbiamo visto in questi anni. Noi non vogliamo essere autoreferenziali, mentre tutta la strategia di Conte sarà quella di eleggere Conte".

Uno come Di Maio, che potrebbe paragonarsi a Giuda per i 30 denari di una poltrona, ha il coraggio di rilasciare simili dichiarazioni?

Dovrebbe mantenere un profilo basso, chiedere scusa a chiunque gli rivolga la parola e fuggire senza più farsi vedere, in attesa che il Pd gli comunichi l'assegnazione del seggio garantito, dato che in campagna elettorale lui non può aspirare ad altro ruolo, visto che rappresenta solo se stesso e che, aprendo bocca, potrà che fare solo ulteriori danni (in pratica farà perdere al Pd ancora più voti di quelli che ha già fatto perdere con il solo annuncio di far parte della coalizione di centrosinistra).

Comunque, già che c'era, oggi se l'è presa anche con Calenda:

"In questi giorni Calenda ha passato il tempo a fare il bullo invece di fare proposte serie. Non ho mai risposto agli attacchi di Calenda che lui ha fatto in nome del draghismo, contro il ministro degli Esteri del governo Draghi [cioè lui, ndr]. Questo fa emergere tutta la contraddittorietà di Calenda.Mi hanno insegnato che ai bulli bisogna porgere l’altra guancia... Calenda è inaffidabile, ha stretto la mano a Letta il martedì per poi andarsene la domenica, non è in grado di mantenere i patti [senti da che pulpito, ndr] e questo fa la differenza in politica. È inaffidabile come chi ha fatto cadere il governo Draghi per un calcolo elettorale, e questo dobbiamo ricordarlo agli italiani".

Anche questo va ricordato agli italiani... a far cadere il governo Draghi è stato lo stesso Draghi che, da premier tecnico e non politico, dopo aver ottenuto una maggioranza bulgara su un voto di fiducia - senza la partecipazione al voto dei 5 stelle - sia alla Camera che al Senato, è andato da Mattarella a rimettere il mandato. Se lo avesse fatto un altro premier tutti avrebbero invocato nei suoi confronti un immediato TSO. Ma, avendolo fatto Draghi, la colpa è stata dei 5 stelle... così in Italia funzionano la politica e l'informazione al traino di Confindustria.


Crediti immagine: fb LuigiDiMaio