La riforma della Giustizia approderà in Parlamento "salvo intese", a testimonianza della crisi di Governo in atto anche se non ufficializzata
Sui rispettivi account social, Di Maio, Salvini e Conte tacciono. Nessuna dichiarazione al riguardo. Solo la presidenza del Consiglio (la cui comunicazione è affidata al 5 Stelle Rocco Casalino) pubblica una nota a commento del Consiglio dei Ministri che è iniziato nel pomeriggio di mercoledì e si è concluso dopo la mezzanotte di Giovedì 1 agosto!
Questa è la parte che riguarda la riforma della Giustizia, su cui ieri le due forze politiche della maggioranza, per l'ennesima volta, si sono scontrate senza arrivare ad un accordo:
"Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato, salvo intese, un disegno di legge che introduce deleghe al Governo per l’efficienza del processo civile e del processo penale, per la riforma complessiva dell’ordinamento giudiziario e della disciplina su eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati nonché disposizioni sulla costituzione e il funzionamento del Consiglio superiore della magistratura e sulla flessibilità dell’organico di magistratura.
L’obiettivo complessivo dell’intervento normativo è quello di attuare una riforma del Sistema Giustizia rendendolo più rapido, efficiente ed efficace anche e soprattutto attraverso il contenimento della durata dei processi, con l’obiettivo di giungere, a regime, alla conclusione degli stessi entro termini congrui e definiti."
Le intese tra leghisti e grillini ci sono state, più o meno, sulla riforma del processo civile e su quella del CSM. Invece, per quanto riguarda il processo penale è notte fonda. Il nodo, anche se nessuno lo vuole ammettere, continua ad essere quello della prescrizione, cavallo di battaglia dell'attuale ministra della PA, la leghista Bongiorno, su cui ha costruito la propria carriera e la propria fama di avvocato penalista.
I 5 Stelle vogliono cancellare i termini di prescrizione per un reato dopo il primo grado di giudizio, mentre per la Lega questa scelta equivale più o meno ad una eresia che non garantirebbe i diritti delle persone a giudizio, in rapporto alla durata del processo e alla eventuale pena da scontare.
Non solo. L'impianto del processo penale, in base alla riforma del ministro 5 Stelle alla Giustizia, Alfonso Bonafede, sarebbe sbagliata all'origine e, per tale motivo, completamente da riscrivere.
Anche senza i si dice riportati dalle agenzie, è evidente che ormai le due forze della maggioranza, nonostante cerchino di non farlo sapere alla loro base, sono divise su tutto. L'unico argomento che per Lega e 5 Stelle è ancora da chiarire è come e quando, in base alla loro convenienza, decidere di ufficializzare la crisi di Governo che è in atto ormai da settimane.
In ogni caso, quello che è evidente è che in una situazione simile gli interessi degli italiani, al di là della propaganda che viene loro comunicata, vengono abbondantemente dopo quelli della Lega, dei 5 Stelle, di Salvini e di Di Maio.