Alla fine Matteo Renzi non ha resistito, erano troppe le critiche che per logica conseguenza sono nate dopo che il suo amico ed esempio costante di buona politica, il presidente Usa Joe Biden, ha accusato il principe ereditario saudita bin Salman di essere il mandante dell'assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, a differenza di quanto aveva fatto il suo predecessore Donald Trump, che era a conoscenza delle stesse valutazioni del servizio di Intelligence degli Stati Uniti ma che preferì ignorarle.

Per giustificarsi di prendere  del denaro per celebrare Mohammed bin Salman in occasione di un evento organizzato dal Future Investment Initiative (creato dallo stesso Mohammad bin Salman come emanazione del Public Investment Fund, il fondo sovrano dell’Arabia saudita controllato direttamente dalla famiglia reale), che vede Renzi tra gli appartenenti all’Advisory board, il senatore fiorentino si è sentito in dovere di difendersi dedicando alla vicenda gran parte della sua ultima "enews" (Enews 690, sabato 27 febbraio 2021):

Nel frattempo, ricevo molti attacchi da PD, Leu e soprattutto Cinque Stelle che, strumentalizzando una tragedia come quella dell’uccisione del giornalista saudita Khashoggi, mi invitano a chiarire rispetto alla mia partecipazione all’evento “Neo-Renaissance” di Riyad, la quarta edizione di quella che viene chiamata la “Davos del Deserto”, alla quale partecipano regolarmente moltissimi leader della finanza e della politica provenienti da tutto il mondo.“Sorprende il silenzio di Renzi”, dicono all’unisono. Peccato che di questa vicenda io abbia già parlato in molti giornali e tv: dal "Corriere della Sera" a "la Repubblica", da "Carta Bianca" a "l’Aria che Tira". E all’estero abbia risposto alle domande della BBC, di SkyNews, di Channel4, de "Le Monde", de "El Pais", del "Die Zeit", del "Financial Times". E questo loro lo chiamano silenzio?Ma ciò nonostante – guidati da un fine osservatore della politica estera quale Alessandro Di Battista, l’uomo che diceva “Trump sta facendo meglio di quel golpista di Obama” – gli amici della grande alleanza progressista Leu/Cinque Stelle/PD stanno da ore attaccandomi per il mio presunto silenzio. Rinvio alle interviste sopracitate per ulteriori delucidazioni ma, nel frattempo, agevolo la comprensione di Di Battista e dei suoi amici, mettendo sotto forma di domande e risposte le cose che ho già detto e che volentieri ribadisco.Domanda n. 1: Tu, Matteo Renzi, svolgi attività stile conferenze o partecipazione ad advisory board o attività culturali o incarichi di docente presso università fuori dall’Italia?
Risposta: Sì. Svolgo attività previste dalla legge ricevendo un compenso sul quale pago le tasse in Italia. La mia dichiarazione dei redditi è pubblica. Tutto è perfettamente legale e legittimo.Domanda n. 2: Il tuo partito, PD prima e Italia Viva poi, ha ricevuto da governi stranieri – o agenzie collegate – finanziamenti per la propria attività politica?Risposta: No. Il PD sotto la mia gestione e Italia Viva dalla sua nascita non hanno mai ricevuto denari da governi stranieri o strutture ad essi collegati. Mi auguro che possano dirlo tutti gli altri partiti, a cominciare da chi in passato ha stretto rapporti strategici con il Venezuela. Ma sicuramente Italia Viva e il PD sotto la mia gestione non hanno mai ricevuto denari da istituzioni straniere.Domanda n. 3: È giusto intrattenere rapporti con un Paese come l’Arabia Saudita?Risposta: Sì. Non solo è giusto, ma è anche necessario. L’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico ed è uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni. Anche in queste ore – segnate dalla dura polemica sulla vicenda Khashoggi – il Presidente Biden ha riaffermato la necessità di questa amicizia in una telefonata al Re Salman. Biden ha, tuttavia, ribadito la necessità di procedere con più determinazione sulla strada del rispetto dei diritti. Non dimentichiamo che, fino a cinque anni fa, in Arabia Saudita – per fare un esempio – le donne non potevano nemmeno guidare la macchina. Le esecuzioni capitali stanno scendendo da 184, nel 2019, a 27 nel 2020. Ma Biden ha chiesto giustamente di fare di più. Soprattutto sulla questione del rispetto dei giornalisti. Sulla quale rimando alla domanda numero 5.Domanda n. 4: Tu, Matteo Renzi, hai elogiato pubblicamente il Programma Vision 2030. Ti sei pentito di averlo fatto?Risposta: No. Credo in questo programma. Vision2030 è la più grande possibilità per modernizzare l’Arabia Saudita attraverso una serie di iniziative nel mondo del turismo, dell’innovazione, delle infrastrutture, dell’intelligenza artificiale. Ed è una grandissima opportunità anche per le aziende di tutto il mondo che lavorano lì, tra cui moltissime italiane. Rispettare i diritti umani è una esigenza che va sostenuta in Arabia Saudita come in Cina, come in Russia, come in tutto il Medio Oriente, come in Turchia. Ma chi conosce il punto dal quale il regime saudita partiva sa benissimo che Vision 2030 è la più importante occasione per sviluppare innovazione e per allargare i diritti.Domanda n. 5: Sulla vicenda Khashoggi, Biden ha scelto una linea molto più dura della linea scelta dall’amministrazione Trump. Perché tu, Matteo Renzi, non hai condannato la tragica scomparsa del giornalista saudita?Risposta: Ho condannato già tre anni fa quel tragico evento e l’ho fatto anche nelle interviste sopra riportate, su tutti i giornali del mondo. Difendere i giornalisti in pericolo di vita è un dovere per tutti. Io l’ho fatto sempre, anche quando sono rimasto solo, come nel Consiglio Europeo del 2015, per i giornalisti turchi arrestati. Difendere la libertà dei giornalisti è un dovere, ovunque, dall’Arabia Saudita all’Iran, dalla Russia alla Turchia, dal Venezuela a Cuba, alla Cina.Mi dispiace disturbarvi anche di sabato pomeriggio, ma se c’è una cosa che mi caratterizza è che io non scappo mai davanti ai problemi. E sono abituato a metterci la faccia. Sono, del resto, felice perché in queste settimane, dopo la fine dell’esperienza del Governo Conte (l’ex premier, peraltro, ha ripreso a insegnare proprio a Firenze, auguri sinceri di buon lavoro), i Cinque Stelle, il PD e persino LEU sono dilaniati da polemiche interne. Litigano su tutto, a cominciare dai posti al governo. Sono davvero felice di essere uno dei rari motivi di unità: si ricompattano solo per sparare a zero su di me. Io non ho difficoltà a raccontare dove vado e cosa faccio: sono eventi pubblici registrati su YouTube, sono iniziative sulle quali pago le tasse, rispondo delle mie idee e delle mie azioni ovunque. Se serve sono sempre disponibile a parlare di politica estera in tutti i luoghi, con chiunque, sapendo che la strada per difendere i diritti umani è una strada difficile ma da combattere ovunque. Mi spiace solo che si utilizzi la vicenda saudita per coprire le difficoltà interne italiane e per giustificare un’alleanza dove – come spesso è accaduto a una certa sinistra – si sta insieme contro l’avversario e non per un’idea.


Adesso, dopo aver elencato le ragioni di Renzi, proviamo a fargli capire ciò che non riesce a capire o fa finta di non capire.

Le critiche che gli vengono rivolte, non sono inventate e neppure promosse da 5 Stelle, Pd e Leu, ma da chiunque segua, anche distrattamente, l'attualità. Pertanto, non sono da confinare come vorrebbe far credere il senatore fiorentino nella categoria delle beghe tra partiti che non si amano perché hanno indirizzi politici diversi. A dimostrazione di ciò, tra l'altro, vi sono state le dichiarazioni altrettanto critiche di Carlo Calenda, leader di Azione, un partito che non può certo definirsi in opposizione alla linea politica dell'Italia Viva di Renzi:

"Qui solo qualche giorno fa avevo ricordato con orgoglio il coraggio di Renzi a San Pietroburgo nel ricordare a Putin i diritti delle minoranze e i valori democratici. Ritengo che per quanto si possa essere su fronti opposti non si debbano mai disconoscere i meriti oggettivi. E tuttavia con la stessa nettezza voglio dire che ritengo inaccettabile che un senatore della repubblica, pagato dai cittadini, vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi. Prendere soldi da governi di paesi stranieri, mentre eserciti ancora un’attività politica, è inaccettabile. E sono per primi i liberali a doverlo dire con nettezza. Si tratta di una cosa semplicemente immorale e pericolosa. Con che credibilità Renzi potrebbe in futuro ricoprire il ruolo di Ministro degli Esteri o sedere nel Copasir o influenzare la politica estera dopo aver preso soldi, personalmente, dall’Arabia Saudita?"

Il senatore Matteo Renzi, inoltre, non tiene rapporti con l'Arabia Saudita, ma con una organizzazione collegata al fondo sovrano saudita. Inoltre, Renzi in qualità di senatore non ha neppure un titolo ufficiale per tenere rapporti con uno Stato estero, non avendo ricevuto in tal senso alcun incarico da parte del Governo o del Parlamento che lo autorizzi a farlo... per l'appunto in qualità di senatore, ameno che lui, in base a qualche formula magica, non riesca, in alcune situazioni, a scindersi dall'incarico ricoperto per il quale è profumatamente pagato.

E visto che Renzi somiglia molto al Nando Mericoni di Sordi per il suo voler essere americano, allora è giusto ricordargli quello che un senatore americano non può fare quando è in carica, in base a quanto riporta il Congressional Salaries and Allowances:

Permissible “outside earned income” for Representatives and Senators is limited to 15% of the annual rate of basic pay for level II of the Executive Schedule. According to the House Ethics Committee and Senate Ethics Committee, the 2016 limit is $27,495. Certain types of outside earned income, however, are prohibited (for example, House Rule XXV (114th Congress) states that a Member may not “receive compensation for affiliating with or being employed by a firm, partnership, association, corporation, or other entity that provides professional services involving a fiduciary relationship except for the practice of medicine” or “serve for compensation as an officer or member of the board of an association, corporation, or other entity.” For additional information, see House Rule XXV and Senate Rule XXXVI).

Ecco invece quanti soldi Renzi prende da bin Salman:


Quindi, come dimostrano i fatti sopra riportati, non le opinioni, Matteo Renzi, se fosse un senatore americano, avrebbe commesso un reato... ma essendo un senatore italiano, quindi, è tutto a posto? Certo, in base all'etica e alla credibilità che guidano Renzi e coloro che lo sostengono, che sono sempre prontissimi a vedere le pagliuzze negli occhi degli avversari, ma non notano le enormi travi piantate nei loro occhi. 

Ciò che disturba in questa vicenda, per concludere anche se ci sarebbe molto altro da dire, è che Renzi voglia giustificare se stesso non solo stravolgendo la realtà dei fatti, ma pretendendo di pensare che ad ascoltare le sue pseudo-giustificazioni ci siano dei perfetti imbecilli che non capiscano, dal punto di visto dell'etica e della morale politica oltre che delle conseguenze pratiche per il nostro Paese (chi esclude che lui al Senato non voti provvedimenti a favore dei sauditi in base ai rapporti che tiene con l'FII?), la gravità di quanto da lui fatto... non tutti gli italiani sono nelle condizioni di Teresa Bellanova!