Giorgetti vs Salvini, scontro finito? No, è solo una pausa prima del nuovo round
Tutto risolto! Così i media del sovranismo hanno commentato la riunione del Consiglio federale della Lega che ieri si è svolto a Roma, confermando la fiducia al segretario Matteo Salvini.
Riprendo da il Giornale:
"Il segretario della Lega è convinto che inserirsi in un quadro di riferimento europeo, come vorrebbe Giorgetti, rappresenti una soluzione valida in astratto, ma questo non può voler dire piegarsi alla logica egemonica del centrosinistra. Il Ppe non è mai stato così debole, è impensabile entrare nel Partito popolare anche perché è subalterno alla sinistra. E noi siamo alternativi alla sinistra. Quindi in Europa avanti per un grande gruppo, identitario, conservatore e di centrodestra, alternativo ai socialisti con cui il Ppe governa insieme da anni. In Italia, invece, quello che abbiamo in testa è un governo liberale di centrodestra fondato su alcuni valori come la difesa della famiglia, delle libertà e il taglio delle tasse". Il governo di unità nazionale è una esperienza necessaria "per superare la pandemia", ma in futuro l'obiettivo sarà di nuovo un "governo di centrodestra".Gli interventi che si susseguono, compreso quello di Giorgetti, non entrano nel merito della collocazione europea. Il ministro dello Sviluppo Economico, uscendo a tarda sera fa sapere che è andata benissimo e con Salvini non c'era nulla da chiarire. E' stato un bel consiglio federale. Una bella discussione, il confronto è sempre positivo. Salvini ha ascoltato tutti, anch'io ho espresso le mie idee. La Lega è una, è la casa di tutti noi e Salvini ne è il segretario. Saprà fare sintesi, porterà avanti la linea". Una riavvicinamento o una tregua armata non certo sorprendente in un contesto in cui la disciplina di partito alla fine prevale sempre sulla dialettica interna".
In pratica, il Consiglio federale ha accolto le posizioni che Salvini aveva già riassunto prima della riunione con questa dichiarazione: "Ascolto tutti e decido, come sono solito fare sempre. Il Consiglio federale penso che all'unanimità, è questa la mia impressione, approverà le posizioni presenti e future della Lega che in Italia e in Europa sono e saranno alternative alla sinistra. Andiamo a decidere come e quanto taglieremo le tasse. La priorità è tagliare le tasse e difendere il lavoro, questo sarà centro del consiglio federale. Stiamo affrontando un periodo di governo di unità nazionale per superare la pandemia. Quello che abbiamo in testa è un governo liberale di centrodestra fondato su alcuni valori come la difesa della famiglia e delle libertà"...
Persino Giorgetti. al termine della riunione" ha detto di sposare la linea del segretario:
"Un bel consiglio federale. Una bella discussione, il confronto è sempre positivo. Salvini ha ascoltato tutti, anch'io ho espresso le mie idee. La Lega è una, è la casa di tutti noi e Salvini ne è il segretario. Saprà fare sintesi, porterà avanti la linea".
Ma allora è risolta la "guerra" nella Lega? La risposta è no... è solo all'inizio. Lo spiega, neppure tanto tra le righe, "Bobo" Maroni in una intervista a Repubblica:
"Salvini dà troppo poco ascolto a quelli che non la pensano come lui. Ascolta solo gli yesmen di cui si circonda. Sono convinto che su questo terreno si possa recuperare. A patto che Salvini si rimetta ad ascoltare le sezioni, gli imprenditori, la gente. E quelli come Giorgetti che lo criticano, ma sanno fare politica".
[Con Umberto Bossi] io ho fatto tante litigate ... come quelle tra Salvini e Giorgetti. Io riconoscevo a Bossi che il capo era lui e che il capo ha sempre ragione. Ogni tanto riuscivo a convincerlo. Solo che gli suggerivo le cose in privato, non sui giornali.
Bossi mi mandava a quel paese dicendo che non capivo nulla, ma poi mi telefonava alle tre di notte per dirmi: ho avuto un'idea, faremo così. Ed era la mia. Così gli rispondevo: Umberto hai avuto una grandissima idea. Ma era l'idea della Lega, non di Salvini o di Giorgetti. La Lega era una sola, non c'erano le anime che poi sono le correnti. Di pensiero, ma sempre correnti. Questo è quello che ci ha fatto superare tutte le tempeste".
Ma è altrettanto interessante anche il seguente passaggio dell'intervista:
"Sarebbe bene fare quello che dice Giorgetti. Occorre che la Lega aderisca al Ppe. Giorgetti che è il più democristiano dei leghisti ha ragione. Converrebbe anche a Salvini, che potrebbe prendere il posto di Silvio Berlusconi. Diventare così il leader di un centrodestra moderato in Italia in grado di dialogare con le forze di centro che non hanno tanta forza. Lasciando a Giorgia Meloni il ruolo della destra".
In realtà è questo a cui mira Giorgetti, su pressione di Forza Italia e Italia Viva, e che Salvini non comprende o non vuol fare, perché sa di non essere adatto o di non sentirsi a proprio agio in un ruolo da leader diverso da quello di populista. Ma che a Salvini piaccia o no, una parte di coloro che nella Lega contano - pur non esponendosi direttamente, ma facendolo tramite silenzi o dichiarazioni pro Governo - ha sposato la linea di Giorgetti, e pertanto ciò significa che dobbiamo solo attendere il gong del secondo round. Il match è appena iniziato.