Domenica 2 gennaio, in tutto il mondo, sono stati cancellati oltre 3.800 voli, più della metà dei quali solo negli Stati Uniti, soprattutto in seguito all'aumento dei contagi da coronavirus dovuti alla variante Omicron. Al dato fornito dal sito di monitoraggio FlightAware.com, si deve aggiungere anche quello dei voli che hanno subito ritardi, quasi oltre 9mila.

Tra le compagnie aeree che in Usa hanno registrato la maggior parte delle cancellazioni, la "regionale" SkyWest e la low-cost SouthWest, ognuna con oltre 400 voli cancellati, sempre secondo FlightAware.

La rapidità di diffusione della variante Omicron ha costretto in quarantena molti equipaggi, con le compagnie aeree che non hanno potuto trovare altra soluzione che annullare i voli programmati.

Anche se le possibilità di una malattia seria causata da Omicron sembrano essere ridotte rispetto alle altre varianti, oltre alla preoccupazione per un collasso delle strutture sanitarie a causa del pericolo concreto di un alto numero di ospedalizzazioni anche se non in terapia intensiva, a preoccupare i governi in molte nazioni è il fatto che l'alto numero di contagi e le conseguenti quarantene possano bloccare le normali attività di un Paese.

Ad esempio, nel Regno Unito dove già si registrano per tale motivo assenze importanti nella sanità e nella scuola, l'Ufficio di Gabinetto del governo non ha escluso, sebbene lo abbia indicato come scenario peggiore, che nei prossimi giorni, a causa di casi positivi e quarantene, si possano registrare in tutto il Paese tassi di assenza dai luoghi di lavoro fino al 25%.