Nonostante gli sforzi fatti da Trump per boicottare gli accordi di Parigi, il cammino delle energie rinnovabili e dei conseguenti benifici sul clima che saranno in grado di produrre sembra oramai inarrestabile.

A dimostrarlo è un rapporto pubblicato dalla Bloomberg New Energy Finance (BNEF), dove si prevede che le emissioni globali di gas serra causate dalla produzione di energia elettrica raggiungeranno il loro picco nel 2026, probabilmente al di sopra dei livelli necessari per limitare l'aumento della temperatura secondo gli accordi sul clima di Parigi.

Però i 10,2 "trilioni" di dollari che tra il 2017 e il 2040 saranno investiti in nuove fonti di generazione di energia elettrica, con l'utilizzo soprattutto di energie rinnovabili come quelle eolica e solare, dovrebbero ridurre le emissioni globali del 4 per cento al di sotto dei livelli del 2016.

Inoltre, per raggiungere il target fissato a Parigi di far scendere di 2 gradi centigradi la temperatura della Terra entro il 2040, sarà necessario un investimento aggiuntivo di 5,3 trilioni di dollari.

I costi delle energie rinnovabili continueranno a diminuire, con il costo del solare che scenderà fino del 66 per cento entro il 2040, mentre quello del'eolico fin del 71 per cento, anche grazie all'utilizzo di turbine di maggiori dimensioni.

L'uscita degli USA dagli accordi di Parigi voluta da Trump, anche per i motivi sopra riportati, non potrà contribuire a rilanciare l'industria del carbone anche negli stessi Stati Uniti, dove è prevista in calo del 50 per cento, sostituita da un aumento del 169 per cento delle rinnovabili che contribuirà a soddisfare la richiesta di energia.

Pertanto, l'utilizzo delle rinnovabili è visto nella ricerca del BNEF come un processo inarrestabile che coinvolgerà in maniera sempre più importante privati e imprese nella produzione di energia, che verrà utilizzata anche come alimentazione per la ricarica delle batterie delle auto elettriche.