Ecco come l'UE nel 2024 vede applicato lo Stato di Diritto in Italia
Mercoledì la Commissione Europea ha pubblicato le Relazioni sullo Stato di Diritto 2024 per i vari Paesi membri, esprimendo per ciascuno delle valutazioni anche in rapporto a situazioni ritenute problematiche in base al rispetto delle direttive europee.
Questo il quadro dell'Italia dipinto dalla Commissione Ue
Il Piano Nazionale Anticorruzione è stato aggiornato per rafforzare la sezione sui contratti pubblici, mentre sono in fase di sviluppo linee guida sulle porte girevoli. Il Parlamento ha approvato un disegno di legge che abroga il reato di abuso d'ufficio e limita la portata del reato di traffico di influenze. Il Governo ha adottato un Decreto Legge che introduce un nuovo reato di peculato che copre i casi di allocazione impropria di denaro o beni mobili da parte di funzionari pubblici. Un disegno di legge che propone modifiche alla prescrizione è in discussione in Parlamento.
Una legislazione completa sui conflitti di interesse, sulle regole del lobbismo e sull'istituzione di un'impronta legislativa è ancora in sospeso, così come le modifiche alle regole sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali. I rischi di corruzione negli appalti pubblici permangono, sebbene la digitalizzazione dei contratti pubblici dovrebbe migliorare la trasparenza e siano continuati gli investimenti in strumenti IT per aiutare le autorità di contrasto.
L'Italia dispone di un quadro legislativo robusto per regolare il settore dei media che garantisce il funzionamento efficace di un'autorità di regolamentazione dei media indipendente e ben finanziata. Esistono norme volte a garantire che i media del servizio pubblico forniscano informazioni indipendenti e pluralistiche, anche se le parti interessate sollevano sfide persistenti legate all'efficacia del suo sistema di governance e di finanziamento. Il Governo ha adottato ulteriori misure per razionalizzare il sostegno finanziario al settore dei media, anche se le parti interessate hanno sottolineato la necessità di azioni più efficaci. Le iniziative legislative che regolano la possibilità per giornalisti e giornali di avere accesso e pubblicare determinati documenti giudiziari e contenuti di intercettazioni sono state criticate dai media. Nonostante le regole mirate alla protezione dei giornalisti dalle minacce, la situazione riguardante la loro sicurezza e le condizioni di lavoro, nonché la crescente prevalenza di casi di cause legali strategiche contro la partecipazione pubblica (SLAPPs), rimangono una questione. Non ci sono stati sviluppi significativi sulla proposta di riforma del regime di diffamazione a mezzo stampa, che solleva anche preoccupazioni.
Il Governo ha presentato al Parlamento una proposta di riforma costituzionale con l'obiettivo di garantire una maggiore stabilità del governo. Non sono stati compiuti ulteriori progressi verso l'istituzione di un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani. È stato segnalato come fonte di preoccupazione l'uso eccessivo dei decreti d'urgenza da parte del Governo. Rimangono sfide per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce di segnalazioni di attacchi verbali alle organizzazioni impegnate in attività umanitarie e di violenze segnalate contro i manifestanti.
E adesso passiamo alle raccomandazioni
Complessivamente, riguardo alle raccomandazioni contenute nel Rapporto sullo Stato di Diritto 2023, l'Italia ha fatto:
- Alcuni ulteriori progressi nel continuare gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione per i tribunali penali e le procure.
- Alcuni ulteriori progressi nell'adottare regole complete sui conflitti di interesse e nessun ulteriore progresso nell'adottare regolamentazioni sulle attività di lobbismo per istituire un registro operativo del lobbismo, inclusa un'impronta legislativa.
- Nessun ulteriore progresso nell'affrontare in modo efficace e rapido la pratica di canalizzare donazioni attraverso fondazioni politiche e associazioni e nell'introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne.
- Nessun ulteriore progresso nel continuare il processo legislativo per riformare e introdurre garanzie per il regime sulla diffamazione, la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto degli standard europei sulla protezione dei giornalisti.
- Nessun ulteriore progresso nel continuare gli sforzi per istituire un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani tenendo conto dei Principi di Parigi delle Nazioni Unite.
Su questa base, e considerando altri sviluppi avvenuti nel periodo di riferimento, e oltre a richiamare gli impegni rilevanti assunti nell'ambito del Piano di Ripresa e Resilienza, si raccomanda all'Italia di:
- Continuare gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione per i tribunali penali e le procure.
- Adottare la proposta legislativa pendente sui conflitti di interesse e adottare regole complete sulle attività di lobbismo per istituire un registro operativo del lobbismo, inclusa un'impronta legislativa.
- Affrontare in modo efficace e rapido la pratica di canalizzare donazioni attraverso fondazioni politiche e associazioni e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne.
- Continuare il processo legislativo sulla riforma della diffamazione, la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando qualsiasi rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto degli standard europei sulla protezione dei giornalisti.
- Garantire che esistano regole o meccanismi per fornire finanziamenti ai media del servizio pubblico adeguati alla realizzazione del loro mandato di servizio pubblico e per garantirne l'indipendenza.
- Intensificare gli sforzi per istituire un'Istituzione Nazionale per i Diritti Umani tenendo conto dei Principi di Parigi delle Nazioni Unite.
Ma a finire nelle maglie del report anche la riforma del premierato:
"Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all'attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità".
È possibile scaricare il rapporto tramite al seguente indirizzo:
commission.europa.eu/document/download/60d79a4f-49cd-4061-a18f-d3a4495d6485_it?filename=29_1_58066_coun_chap_italy_en.pdf
Se può essere di consolazione per l'Italia, il quinto rapporto sullo Stato di diritto della Commissione Ue indica che l'Ungheria di Orban è messa peggio, collezionando quest'anno otto raccomandazioni (più di qualsiasi altro Paese membro), oltre a non far registrare nessun progresso in diversi settori, tra cui la lotta alla corruzione ad alto livello, la riforma sul lobbismo, l'indipendenza dei media del servizio pubblico, la promozione di uno spazio civico sicuro.
Pertanto, continua la sospensione dei fondi europei all'Ungheria, poiché non sono state adottate nuove misure per risolvere le questioni in sospeso relative allo Stato di diritto e alla lotta alla corruzione. E Orban, per la premier Meloni è uun esempio cui ispirarsi!