"Da ragazzo lavoravo e giocavo al pallone, quando i preti mi hanno venduto al Vittorio Veneto in quarta serie. Per due anni feci la spola dal mio paese.
Poi, a metà della seconda stagione, fui ceduto al Milan che mi inserì nella Primavera. Quindi iniziai a girovagare per l'Italia, di proprietà del Milan che mi mandò prima al Rimini poi all'Arezzo, infine all'Empoli. Mi chiedevo se quella era la mia strada, mi sentivo un po' sfiduciato, mi dissi che a fine campionato avrei smesso per tornare a lavorare nella mia Oderzo. Ma proprio in quell'anno, era il 1970, giunse la chiamata dal Lanerossi Vicenza. Mi ritrovai di colpo in Serie A, in una piazza importante, riuscendo a ritagliarmi un posto in prima squadra per poi diventare titolare sempre da mezzala."
Centrocampista infaticabile e dinamico, Renato Faloppa era il 'portatore d'acqua' e uomo ovunque in mezzo al campo del Lanerossi, squadra di cui divenne anche capitano con l'arrivo in panchina di Gibbì Fabbri.

Da vero leader silenzioso, il trevigiano, con la sua generosità e la sua correttezza, rappresentava l'elemento di equilibrio in una squadra divenuta grande contro ogni pronostico; squadra che praticava un calcio spettacolare e che contribuì in maniera indiscussa a rendere grande il mito di Paolo Rossi.