Definire Loredana Bertè con nuovi e interessanti appellativi è ormai un'impresa che riuscirebbe a pochi. Salto quindi volentieri il cappello delle presentazioni che rischierei di banalizzare o imbottire di cose già dette. Tanto più che Loredana di presentazioni non ne ha bisogno. 

Sono qui invece, in occasione dell'undicesimo festival di Sanremo al quale parteciperà a partire da martedì prossimo, per ricordare quelli che secondo me sono state le sue migliori tre partecipazioni. 

Meno popolari ma non per questo meno emozionanti, anzi tutt'altro. 

Il primo è del 1986 : Loredana passa alla storia per un finto pancione, ma purtroppo questo travestimento travolge  e affoga tutto il resto, compreso il brano. Peccato perché "Re" dell'indimenticabile poeta  Pino Mango era un gioiellino costruito su misura per lei. Anche le classifiche non la premiano.  Almeno non come accadeva ormai da svariate stagioni. Negli ultimi anni, quasi a volerne riscattare il valore, Loredana la ripropone nei suoi concerti. 

 

Seconda partecipazione che abbiamo scelto è quella del 1991 : la Bertè porta sul palco dell'Ariston una perla di Pino Daniele, ovvero "In questa città".  Sottovalutata da critica e pubblico, rimane tutt'ora in quei cassetti raramente aperti, anche da parte degli stessi fans. Immeritatamente. 

 

Il terzetto si chiude con un capolavoro assoluto della discografia di Loredana, ossia "Dimmi che mi ami" del 2002 . Si tratta, anche in questo caso, di un brano che meritava decisamente una maggiore attenzione. E Loredana nelle tre serate della kermesse la interpreta in maniera sofferta , tormentata. Come poche, anzi pochissime, sapevano e sanno fare.