"Il Parlamento esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq+ a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell'Ue; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell'omosessualità e dell'identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbtqi+ sono un'ideologia anziché esseri umani; condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia".
Ci hanno scoperto! I post-fascisti de noantri sono riusciti a mettere l'Italia allo stesso livello dei loro "camerati" di Ungheria e Polonia. Un altro successone di Meloni & Co.
Il Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, ha approvato un emendamento che "condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtq+". Questo emendamento fa parte di una risoluzione che esprime preoccupazione per la situazione dei diritti umani nell'Unione europea e invita gli Stati membri a contrastare le discriminazioni e le violenze basate sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sull'espressione di genere.
Il Parlamento europeo riconosce che le persone Lgbtqi+ sono parte integrante della società europea e che hanno diritto al rispetto, alla dignità e alla protezione. Il Parlamento europeo esorta inoltre la Commissione europea a monitorare l'attuazione delle normative e delle politiche antidiscriminatorie a livello nazionale e a intraprendere azioni legali contro gli Stati membri che non le rispettano. Il
Parlamento europeo si impegna a sostenere le organizzazioni della società civile che difendono i diritti delle persone Lgbtqi+ e a promuovere il dialogo e la cooperazione tra le istituzioni europee e i paesi terzi su queste tematiche.
"Il governo Meloni fa una scelta di campo e si schiera con Orban e la sua legge che cancella le persone LGBT+, stabilendo un'assurda censura che vieta di mostrare ai minori, sia nei media che nelle scuole, qualsiasi contenuto inerente ai diversi orientamenti sessuali", hanno commentato le componenti dell'intergruppo per la tutela e la promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+ Alessandra Maiorino, Alessandro Zan, Chiara Appendino, Anna Bilotti, Laura Boldrini, Anna Laura Orrico, Bakkali Ouidad, Carmen Di Lauro, Cecilia D'Elia, Dolores Bevilacqua, Elisa Pirro, Emma Pavanelli, Fabrizio Benzoni, Federica Onori, Gilda Sportiello, Giorgio Fede, Giulia Pastorella, Ilaria Cucchi, Ivan Scalfarotto, Marco Pellegrini, Rachele Scarpa, Riccardo Magi, Sabrina Licheri, Stefania Ascari, Susanna Camusso, Michele Fina, Barbara Floridia, Antonio Nicita, Andrea Quartini, Silvia Roggiani."Per volontà della destra al governo, l'Italia non si unisce alla Commissione europea, al Parlamento Ue e a 15 paesi membri che sostengono la causa per violazione dei diritti umani davanti alla Corte di giustizia dell'Unione europea. L'Italia è l'unico paese fondatore dell'Unione a non schierarsi dalla parte dei diritti, allontanandosi così dalle tradizionali alleanze e scegliendo un'incomprensibile vicinanza al blocco di retroguardia dell'Unione Europea.La strada ultra oscurantista imboccata dal governo Meloni non può che suscitare preoccupazione, non solo riguardo ai diritti delle persone LGBTQI+ nel nostro Paese, ma al generale indirizzo politico intrapreso. Il nostro impegno come parlamentari è finalizzato a lanciare una sfida al governo affinché finalmente si giunga anche in Italia a riconoscere a tutti i cittadini piena parità davanti alla legge, come in tutta quella parte d'Europa alla quale l'Italia da sempre appartiene".Invece è stato di tutt'altro avviso il fido meloniano Nicola Procaccini, copresidente del gruppo ECR, che ha commentato con questa nota quanto accaduto nell'europarlamento:
"Oggi denunciamo l'ennesimo comportamento vile e disonesto da parte delle sinistre europee che, all'interno di una risoluzione sulla depenalizzazione dell'omosessualità alla luce del violazioni in Uganda, hanno strumentalmente inserito un emendamento per attaccare politici e governi italiani, ma anche di Polonia e Ungheria, sui diritti civili.È l'ennesima grave scorrettezza di chi approfitta delle tragedie e delle reali violazioni dei diritti in diversi Stati per attaccare, senza alcun fondamento, l'Italia e il suo governo. Una manovra da parte delle sinistre che tentano disperatamente di trovare spazi di consenso e che ha già tanti precedenti. Il giochetto è sempre lo stesso: si tenta di utilizzare il Parlamento europeo e le giuste cause su cui combattere in ambito internazionale per infilarci dentro qualche trappola da far votare per fini politici ed elettorali".
I post-fascisti che fanno le vittime per essere accusati di voler negare i diritti alle minoranze sono ... incommentabili.