"In merito alla realizzazione del rigassificatore nel Porto di Piombino WWF Italia e Greenpeace Italia hanno in più occasioni espresso, da un lato, una profonda e motivata preoccupazione per gli impatti su ambiente e salute umana, dall’altro, la ferma contrarietà alla scelta di continuare a rendere l’Italia ancora più dipendente dalle fonti fossili.
La transizione ecologica non è più rinviabile perché o viene attuata ora o sarà troppo tardi. Realizzare nuove infrastrutture per le fonti fossili è un errore sul piano strategico perché contrasta in modo netto con il percorso di decarbonizzazione, e rappresenta inoltre un errore anche sul piano procedurale perché il ricorso ad una procedura iper-semplificata con annessa gestione commissariale per un simile impianto non trova giustificazione visti i potenziali impatti e la pericolosità della collocazione prevista.
“Dopo aver esaminato con i nostri esperti la copiosa documentazione tecnica depositata agli atti del processo amministrativo, i nostri timori per l’impatto che l’opera avrà sulla salute umana e sull’ambiente ci sembrano ulteriormente fondati - dichiarano il Presidente del WWF Italia, Luciano Di Tizio, e il Presidente di Greenpeace Italia, Ivan Novelli -. In primis è mancata la valutazione dei rischi per l’ambiente (ad iniziare dalla VIA) e per le persone, soprattutto di un’intera fase della vita dell’opera, quella off-shore, il che è certamente preoccupante. Scarsissima attenzione è stata prestata inoltre allo studio delle emissioni e degli inquinanti, che pure avrebbero meritato maggiori approfondimenti istruttori, come peraltro sottolineato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità e dall’ISPRA. Riteniamo che la protezione dell’ambiente e della salute umana non possano mai assumere un valore recessivo né negoziabile rispetto all’emergenza. Da qui, il nostro intervento ad adiuvandum nel ricorso presentato dal Comune di Piombino: intervento che in questi giorni è stato predisposto e notificato su nostro mandato dallo Studio legale dell’Avv. Andrea Filippini”.
WWF e Greenpeace non si sono mai sottratti al dibattito con gli organi chiamati a compiere queste scelte strategiche intervenendo anche in fase di Valutazione di Incidenza Ambientale. Ma sicuramente la scelta del commissariamento non ha aiutato il confronto finendo anzi per arrivare ad imporre la scelta del rigassificatore nonostante la forte contrarietà del territorio dimostrata dal ricorso del Comune di Piombino e dalle numerose manifestazioni ed eventi organizzati dai cittadini.
In particolare il WWF ha evidenziato le problematiche legate agli impatti delle opere a terra del rigassificatore rispetto al sito “Padule Orti-Bottagone” classificato come Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale della Rete Natura 2000 dall’Unione Europea, designato come Important Bird Area, candidato a diventare zona Ramsar e in buona parte sovrapposto alla Riserva Naturale Regionale “Padule Orti-Bortagone” che rientra nella rete delle Oasi WWF in base a un accordo per attività di gestione e conservazione della biodiversità sottoscritto dal WWF e dalla Regione Toscana.
Abbiamo sottolineato come qualsiasi intervento sul sito meritasse la massima cautela, al fine di rispettare i valori di biodiversità che esso contiene e gli impegni assunti al riguardo dall’Italia a livello europeo ed internazionale: una cautela che, purtroppo, è mancata nella valutazione dei possibili effetti sulla fauna, nella corretta ponderazione dell’impatto delle emissioni sonore e delle polveri, nella superficiale analisi condotta circa gli effetti su almeno due corsi d’acqua presenti nel sito, come il Fosso Cosimo e il Fiume Cornia".
Così WWF e Greenpeace, in una nota, hanno informato del loro supporto al ricorso al Tar presentato dal Comune di Piombino contro la realizzazione del rigassificatore nel Porto della cittadina toscana.
Qualche giorno fa il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari (FdI), aveva commentato così l'ennesimo endorsement del presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, alla realizzazione del rigassificatore:
"Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha dimostrato ancora una volta di vivere in un mondo tutto suo. È venuto a Piombino, peraltro senza darne notizia a nessuno se non a cose fatte, esclusivamente per regalare a Snam uno spot spudorato. Giani sottoscrive un vero e proprio endorsement per il progetto del rigassificatore, come se non fosse chiaro da sempre che ne è il primo e più impegnato sostenitore. Un’operazione che ha come unico obiettivo il tentativo di gettare fumo negli occhi dei cittadini di Piombino e della Toscana: va dicendo che l’opera significa un grande ritorno economico e occupazionale per la città quando non un solo piombinese lavora nel cantiere e non prende in considerazione i danni che la presenza della nave causerà alle aziende insediate nel porto e all’immagine di una città che sta lavorando per rilanciare la sua economia. Tira in ballo ancora una volta immaginifiche compensazioni per i cittadini quando il suo Memorandum non è che un mero allegato a un’autorizzazione che fa acqua da tutte le parti e che non vincola in nessun modo le istituzioni superiori. Non parla dei problemi di sicurezza, dell’operabilità del porto, dei ritardi annunciati di un cantiere gravato da oltre un centinaio di prescrizioni. Menziona la 398, un’opera che la città invoca a gran voce da decenni e che, finalmente, è già stata parzialmente cantierizzata e finanziata per la parte restante. Menziona un non ben precisato rilancio della siderurgia quando è evidente che la questione è totalmente svincolata dall’opera del rigassificatore. Potrei andare avanti ma, a differenza di Giani, non vivo nel Paese delle Meraviglie e ho troppo rispetto dell’intelligenza dei miei concittadini. Il Presidente mi ha più volte accusato di fare l’avvocato più che il sindaco: se lui facesse il Presidente della Regione e difendesse i territori invece di perdere tempo con passerelle inutili non sarei costretto a difendere la città dagli attacchi ai quali contribuisce.Attendiamo la risposta del Tar, l’unico soggetto titolato a impedire un progetto sciagurato per un territorio le cui istanze la Regione continua senza vergogna a ignorare".