Nella sempre più rocambolesca vicenda dell'elezione del nuovo presidente del governo della Catalogna, dopo le elezioni del dicembre scorso che hanno visto prevalere gli indipendensti, neppure il team dei legali che in questi giorni ha lavorato come consulente del nuovo Parlamento è stato in grado di produrre una soluzione unica e condivisa per aiutare a sbloccare la situazione.

Dopo il loro parere, in cui però è dato per certo che il periodo dei due mesi di scadenza che dovrebbero portare ad un nuovo passaggio elettorale non è ancora iniziato, è demandato a Torrent scegliere come muoversi in futuro nel caso dovesse persistere l'empasse attuale, indicando tre possibili alternative che, in ogni caso, non possono avere una base giuridica inattaccabile, considerando la particolarità della situazione.

Politicamente, però, la discussione su come sbrogliare la situazione è andata avanti prospettando una via che, allo stato dei fatti, sembrerebbe la più logica una volta accettata dai dirigenti dei partiti indipendentisti che, prima di tutto, pensano a non perdere la faccia con il proprio elettorato, riproponendo in opposizione a Madrid un governo in toto simile al precedente.

E così potrebbe esserlo se a dirigerlo vi fosse un presidente diverso da Puigdemont? Se ERC e Junts per Catalunya riterranno di sì, Elsa Artadi, la giovane e preparata neo deputata che ha coordinato la campagna di Jxcat, potrebbe essere eletta neo presidente.

E Puigdemont? Nel caso accetti la soluzione, per lui sarebbe formalizzata ufficialmente una carica istituzionale che lo riproponga come presidente, seppure in forma simbolica, e che ne riconosca lo status di esiliato. Se poi sarà o meno lui a dare le direttive alla Artadi è tutto da vedere e da dimostrare.

Ma anche questa soluzione che, una volta uifficializzata salverebbe capra e cavoli, potrebbe non piacere alla Moncloa che non vorrebbe che fosse riconosciuto, in forma ufficiale, a Puigdemont nessun ruolo nel nuovo governo, anche se simbolico, proprio a causa del fatto che potrebbe essere una forma surrettizia per "governare a distanza".

Ma allo stesso tempo, Rajoy e il PPE potrebbero anche dover ingoiare il rospo per non mettere a rischio il governo del Paese, nel caso in cui - come sembrerebbe - i socialisti dovessero approvare la soluzione precedente come unica via "decente" per sbloccare la situazione in Catalogna.