Tradotto letteralmente dal portoghese, il suo soprannome significa 'tedesco' e d'altronde il biondo capello ed il candido colorito della pelle avrebbero potuto trarre facilmente in inganno circa la sua effettiva provenienza. Ricardo Rogério de Brito era però brasiliano di Lavras e di tedesco non aveva nulla, o quasi.

Il suo stile di gioco e le sue specifiche tecniche infatti, richiamavano più l'essenzialità teutonica che l'estrosità verdeoro: era giocatore duttile e resistente, dotato di buona tecnica e grandi polmoni. Con la sua infaticabile corsa riusciva ad essere sempre presente in ogni zona di campo, pronto a spezzare le avanzate avversarie e far ripartire l'azione della propria squadra.

Prelevato sul finire degli anni '80 dall'Atletico Madrid grazie al lavoro di Luciano Moggi, il centrocampista brasiliano, superati alcuni guai fisici iniziali, diverrà un perno del Napoli di Maradona, mettendo la sua firma sulla conquista di una storica Coppa Uefa, del secondo scudetto partenopeo e di una Supercoppa italiana.