L'unica differenza tra Meloni e Fantozzi o Fracchia è l'atteggiamento della premier, che affronta le difficoltà con ancor maggior piglio di quanto non ne abbia normalmente, per il resto è in confusione totale, si trova in un marasma agghiacciante.

Dopo giorni di menefreghismo assoluto, sperando che gli arrivi a Lampedusa calassero e scomparissero dalle cronache, Giorgia Meloni si è vista costretta a dover intervenire sul problema, proponendo le solite ricette ereditate dal suo background fascista, tra minacce e reclusioni, intervallate da considerazioni che, oltre a rivelare la sua inadeguatezza in tema di misure annunciate e/o adottate in precedenza, hanno smascherato e persino contraddetto la propaganda con cui ha alimentato il suo consenso elettorale.

Per prima cosa, la presidente del Consiglio, bontà sua, ha riconosciuto che esistono pure i migranti economici, che a causa della fame provocata da "calamità naturali" e "guerra del grano" potrebbero cercare in Europa un futuro migliore.

Adesso Meloni è diventata europeista.

"L'emergenza immigrazione non possiamo affrontarla senza un forte sostegno dell’Europa e vista la situazione in Africa, Afghanistan e Siria serve un intervento che veda coinvolta tutta l'Ue, penso alla missione Sophia, con navi europee nel Mediterraneo, che blocchi le partenze anche con accordi con i paesi di origine, e pensare a centri di trattenimento in attesa della verifica della loro posizione e accordi con i paesi di origine". 

In pratica, Meloni vuole far intervenire l'Europa per effettuare un blocco navale nel Mediterraneo, riprendendo, e allargando ad altri Paesi europei, quanto aveva propagandato in campagna elettorale, oltretutto citando una missione navale che ha operato in passato per fare l'esatto opposto.

E a proposito di blocco navale...

Il blocco navale è, in pratica, un atto di guerra, un'azione militare finalizzata a impedire con la forza l'accesso e l'uscita di navi dai porti di un Paese o di un territorio.

Dopo la creazione delle Nazioni Unite il blocco navale è stato disciplinato dal diritto internazionale, in particolare dall'articolo 42 dello statuto delle Nazioni Unite e non è consentito al di fuori dei casi di legittima difesa ovvero solo in caso di stato di guerra tra due o più nazioni.

E Meloni parla di blocco navale come soluzione... naturalmente guardandosi bene dallo spiegare come dovrebbe essere messo in atto. 

Ma, bontà sua, qualcosa di sensato lo ha detto, come statisticamente può accadere per chiunque:

"La situazione è totalmente complicata: servono investimenti, lotta al cambiamento climatico [adesso ne ha riconosciuto l'esistenza, ndr], e una presenza delle Nazioni Unite più forte in Africa, perché se non si risolve il problema all’origine ci ritroveremo periodicamente una presenza forte di migranti. ... Nel 2050 l'Afica avrà 3 miliardi di abitanti con situazioni già gravi dal punto di vista politico ... Poi, se si aggiunge il terremoto in Marocco e l'inondazione in Libia, la situazione è preoccupante ed è già esplosiva". 

Per chiedere l'intervento dell'Europa, la premier ha detto di aver scritto alla presidente della Commissione Ue, von der Leyen, per invitarla a Lampedusa, in modo da toccare con mano la situazione... anche se Meloni, invece di andare a Lampedusa quando vi erano più migranti che residenti, è andata da Orban!

E che cosa vuole fare nell'immediato la premier? Incarcerare tutti i migranti che arrivano. Pare ci debba pensare il ministro della Difesa Crosetto - chissà perché - che dovrà stiparli in strutture da trovare e da sistemare alla bisogna per tenerli prigionieri prima di stabilire se siano o meno dei rifugiati. Nel caso non lo siano, saranno rimpatriati all'istante.

In pratica, un'operazione da miliardi di euro che, ovviamente, è difficile se non impossibile da finanziare, nell'attuale legge di bilancio. 

Meloni è la stessa che ha applaudito la cancellazione degli Sprar voluta dal suo alleato Salvini, e che ha contribuito a portare ulteriore caos nella gestione degli arrivi dei migranti e della loro accoglienza.

 Cosa dovrebbe fare? 

Di sicuro, dovrebbe chiedere scusa per la propaganda assurda sulla sostituzione etnica che lei e i suoi accoliti, a fasi alterne, tirano in ballo. Poi dovrebbe chiedere scusa per il fatto di non aver riconosciuto in passato le cause vere dell'immigrazione. Poi dovrebbe chiedere scusa per la propaganda insensata collegata alle cause di cui sopra. Poi dovrebbe chiedersi che cosa abbia fatto in passato in relazione allo sfruttamento dell'Africa, di cui la migrazione è la diretta conseguenza...

Ma il problema è che Meloni continua a far ricorso alla propaganda anche adesso, accusando le opposizioni di "immigrazionismo" e complimentandosi con se stessa per aver fermato le partenze dalla Libia, ma solo perché i migranti provenienti dall'Africa centrale adesso vanno in Tunisia, come già ampiamente dichiarato dal presidente Saied, lo stesso con cui lei ha dialogato per mesi.

Non solo, Meloni continua ad accusare l'Europa per la mancata ripartizione dei migranti che arrivano dall'Africa e poi si complimenta con l'Ungheria che non li vuole accogliere, dicendo di comprenderne le ragioni.

Da una premier simile, in completo marasma, che soluzioni vi potreste attendere?