Il termine “caregiver” deriva da “I care”, un'espressione molto cara a don Lorenzo Milani. Questo termine è spesso usato per descrivere coloro che assistono i familiari disabili, come i pazienti affetti da Sla. Recentemente, questa figura è stata formalmente riconosciuta e differenziata dai professionisti che assistono i disabili. Tuttavia, il legame intimo che esiste tra un familiare e una persona disabile non può essere paragonato a quello di un professionista.
Ma una recente decisione della giunta lombarda, approvata dal Consiglio regionale, prevede per il 2024 un cambiamento favorendo l'assistenza verso i professionisti, poiché migliaia di persone con disabilità grave o gravissima vedranno ridotto il loro sussidio per l'assistenza familiare, finanziata da risorse statali e regionali, quasi dimezzata da 750 a 400 euro al mese, mettendo così min difficoltà molte famiglie con una persona con disabilità grave. La Regione ha giustificato questa decisione affermando che il contributo economico ridotto sarà convertito in servizi forniti dai Comuni... non ancora comunicati e che non si comprende come possano coprire adeguatamente le esigenze di persone non autosufficienti.
Infatti il costo orario del personale messo a disposizione dalla Regione ai Comuni, per garantire assistenza igienico-sanitaria a una persona completamente paralizzata, tanto per fare un esempio, non copre nemmeno tre giorni al mese. E il resto dei giorni?
Con i contributi tagliati i caregiver pagavano privatamente terapie riabilitative oltre che personale di supporto come un'infermiera o una badante, il cui costo con l'inflazione è notevolmente cresciuto nell'ultimo anno.
Il bilancio 2023 della Lombardia si aggira sui 36 miliardi di euro. Nonostante questa cifra, il Pirellone non ha saputo aggiungere i fondi che sarebbero stati sufficienti a scongiurare i tagli effettuati. Sarebbero bastati 15 milioni di euro per far rimanere tutto come prima, una goccia nel mare.
Fonte: famigliacristiana.it