Esteri

Il contagio da Covid-19 si allarga negli Stati Uniti mettendo in evidenza tutte le contraddizioni di quella "democrazia"

Quando in tutto il mondo sarà scoccata la mezzanotte del 26 marzo, il dato dei nuovi contagiati da Covid-19 (ma solo quelli risultati positivi al test) avrà superato il mezzo milione di persone. Mercoledì, il numero di nuovi contagiati è stato di 49.500, il più alto di sempre.

Nelle prossime 24 ore, gli Stati Uniti diverranno la seconda nazione con il più alto numero di contagi e, nei prossimi giorni, Stati Uniti e Italia avranno più contagiati di quelli registrati in Cina, dove l'epidemia adesso parrebbe essersi arrestata.

Secondo l'OMS, prossimamente gli Usa saranno il focolaio più grande a livello mondiale. Mercoledì, il numero di nuovi casi è stato di 12mila. Dopo New York, la Covid-19 sembrerebbe aver trovato in New Orleans la città in cui il virus si diffonde maggiormente, anche se ormai il contagio è presente in tutto il Paese, con gli ultimi dati che indicano 69mila contagiati e 1.046 decessi.

Mercoledì, erano quasi 33mila i casi di contagio a New York, con un aumento di oltre 7mila rispetto al giorno precedente. Per far sì che le persone rispettino le misure di distanziamento sociale, nei parchi cittadini vengono rimossi o distrutti i canestri dei "campetti" da basket.

L'impatto della pandemia sull'economia Usa si fa già sentire. Nonostante il Congresso abbia varato un pacchetto di aiuti alle aziende da circa 2 trilioni di dollari, già la scorsa settimana il numero di americani che hanno presentato richieste di indennità di disoccupazione (in un periodo di 7 giorni) ha raggiunto la cifra record di 4 milioni (il precedente record era di 695mila, stabilito nel 1982), dopo che le rigide misure per contenere la pandemia hanno scatenato un'ondata di licenziamenti.

Per gli economisti americani, il Paese sarebbe già in recessione.

Di contro, in America si sono registrati anche scioperi e proteste di lavoratori che chiedono la chiusura delle aziende non indispensabili e misure di protezione per evitare il contagio per chi invece non possa rimanere a casa, così come accade in altre nazioni. Richieste a cui l'amministrazione Trump finora ha dato prova di non prestare ascolto. 

Tanto per capire la situazione, il sindaco di Pittsburgh ha dichiarato che a coloro che si occupano di raccogliere l'immondizia, come protezione non ha altro da offrire se non salviette umidificate: né maschere, né guanti... niente!

La pandemia sta mettendo in risalto quello che era già evidente da sempre: che nella "democraticissima" America la divisione per classi è così radicata ed estesa che,  per le istituzioni, un numero enorme di persone sembrerebbe sacrificabile, perché sostituibile. A loro non saranno garantite le stesse possibilità di evitare il contagio o di curarsi rispetto a un numero ristretto di loro connazionali, con maggiori disponibilità economiche.

Ma quando Trump non sarà in grado di fornire le cure a chi ne avrà bisogno e non ha un redditto sufficiente, come penserà di affrontare il caos che ne seguirà? Ricorrendo all'esercito?

Autore Marco Cantone
Categoria Esteri
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