Ecco che cosa ha detto Matteo Renzi sul suo controverso rapporto con Mohammed bin Salman
Mercoledì, all'uscita dal Senato dopo l'intervento di Draghi sul prossimo Consiglio europeo del 25 e 26 marzo, Matteo Renzi è stato raggiunto dai giornalisti che gli hanno chiesto chiarimenti sul suo controverso rapporto con il principe saudita Mohammed bin Salman.
Ecco che cosa ha detto Renzi:
Volendo riassumere il suo intervento, sono state queste le parole del leader di Italia Viva.
Secondo Renzi, per un senatore italiano in carica tenere relazioni, a pagamento, con una fondazione legata ad un fondo di investimento straniero non è un reato e non costituisce un problema dal punto di vista etico e pratico, perché secondo lui non ci sarebbe a tal riguardo alcun conflitto di interessi. Però, Renzi non è stato in grado di citare altri esempi di politici che a pagamento tengono relazioni con Paesi stranieri, a parte Blair che in Gran Bretagna non ricopre alcun incarico pubblico.
Renzi, inoltre, ha detto che Mohammed bin Salman è suo "amico" e che il fatto che sia stato indicato come mandante dell'assassinio di Jamal Khashoggi dalla Cia e dalle Nazioni Unite non lo riguarda più di tanto perché, a suo dire, l'amministrazione Biden non si è espressa al riguardo.
Come poter commentare tutto ciò?
Se Renzi avesse tirato via senza rispondere alle domande dei giornalisti, che per una volta hanno compiuto il loro dovere, avrebbe fatto miglior figura. Ma tra i vari problemi caratteriali che affliggono Renzi vi è anche l'arroganza, in questo caso rappresentata dal fatto di poter credere di esser così tanto furbo dal ritenere chiunque lo ascolti un perfetto cretino.
Come già più volte scritto sull'argomento, per un senatore che presenta e vota leggi in Parlamento prendere dei soldi dal fondo di investimento di uno Stato estero finirà sempre per lasciar pensare che dietro ci possa essere un do ut des, qualunque sia la decisione presa... lo capirebbe persino un bambino, ma non Renzi, che finge di non capirlo, limitandosi a sostenere che non si tratta di un reato.
Se ne deve dedurre che per Renzi non esiste un'etica o una morale... se c'è da raccattar soldi è il primo a farlo, purché il codice civile e quello penale lo consentano.
Che dire? Buon per lui e soprattutto buon per chi lo vota.
Infine, sempre da catalogare nella sezione "repetita iuvant", da sottolineare il rapporto di Renzi con gli Stati Uniti, anche in questo caso indicati da lui come esempio da seguire. Nell'intervista sopra riportata Renzi, in pratica, ci informa che secondo lui che ciò che l'amministrazione Biden dice e fa è legge... anche in rapporto a ciò che accade al di fuori degli Stati Uniti.
Però, Biden come ex senatore, così come i membri della sua amministrazione, riconoscono e rispettano anche l'importanza delle altre istituzioni che sono alla base dell'ordinamento americano... a partire dal Congresso, che include Camera e Senato.
Ecco che cosa dice il regolamento del Congresso Usa nel documento "Congressional Salaries and Allowances", a cui i parlamentari americani si devono attenere in relazione al ricevere denaro da terzi:
Permissible “outside earned income” for Representatives and Senators is limited to 15% of the annual rate of basic pay for level II of the Executive Schedule. According to the House Ethics Committee and Senate Ethics Committee, the 2016 limit is $27,495. Certain types of outside earned income, however, are prohibited (for example, House Rule XXV (114th Congress) states that a Member may not “receive compensation for affiliating with or being employed by a firm, partnership, association, corporation, or other entity that provides professional services involving a fiduciary relationship except for the practice of medicine” or “serve for compensation as an officer or member of the board of an association, corporation, or other entity.” For additional information, see House Rule XXV and Senate Rule XXXVI).
In pratica, i suoi mentori a stelle e strisce proibiscono ciò che lui invece ritiene legittimo fare. In questo caso, però, Renzi si dimentica dell'esistenza degli Stati Uniti.
E' importante anche sottolineare che il fatto che bin Salman non sia stato "bannato" (usando il linguaggio di Renzi) da Biden non equivale ad una sua assoluzione morale. Semplicemente è sempre stata consuetudine delle amministrazioni americane non applicare a capi di stato sanzioni, che non hanno mai esitato invece ad applicare ad esponenti di governi stranieri, come è stato fatto, anche in questo caso, con i sauditi.