“Non ho commesso alcun reato, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”. 

Questo è quanto ha dichiarato in un messaggio ai media Luca Morisi, ex anima della cosiddetta "Bestia", che sta o a questo punto era a supporto della propaganda di Matteo Salvini, da cui si era dimesso pochi giorni fa per "motivi famigliari", dopo la notizia del suo coinvolgimento  in una indagine per droga condotta dalla Procura di Verona.

Secondo  la versione dei fatti resa nota da Repubblica, qualche settimana fa i carabinieri avevano fermato un'auto con tre giovani a bordo, che sono stati trovati in possesso di una sostanza liquida sospetta che, in base a quanto da loro ammesso, era droga che i tre avevano ricevuto da Luca Morisi.

In seguito a ciò, i carabinieri hanno effettuato una perquisizione in una cascina di Belfiore, in provincia di Verona, di proprietà di Morisi e vi avrebbero trovato della droga, seppure in modeste quantità. La Procura ha così iscritto sul registro degli indagati Morisi per cessione di sostanze stupefacenti. 

Pertanto, a seguito di ciò, sono in molti adesso ad affermare che quanto accaduto sia la ragione vera delle sue improvvise dimissioni dalla guida della propaganda leghista, anzi, salviniana.

Morisi ha poi aggiunto: “Ho rassegnato il 1° settembre le dimissioni dai miei ruoli all'interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull'affetto delle persone che mi sono più vicine”.

La collaborazione  tra Morisi e Salvini è iniziata nel 2013. Filosofo "digitale", Morisi, classe 1973, aveva insegnato all'Università di Verona prima di impegnarsi nella comunicazione politica del leader leghista, per la quale aveva creato quella da lui definita La Bestia, motore principale dell'ascesa di quel partito, che oggi si contende con FdI la maggioranza del consenso degli italiani.

Volendo seguire la stessa filosofia che ha animato la propaganda leghista fino a ieri, dovremmo commentare la vicenda con la solita becera veemenza che finora ha contraddistinto la comunicazione social di Salvini e del suo partito, con titoli urlati mirati a sbeffeggiare il "nemico" di turno. 

Ma dato che non tutti siamo dei Salvini, possiamo permetterci di dire che comprendiamo le difficoltà di Morisi e gli siamo umanamente vicini in questo momento, sperando che possa servirgli da suggerimento, in futuro, per non ripetere gli errori del passato.  Che questo valga anche per il suo datore di lavoro è difficile da credere!