Nella propaganda razzista dell'Italia del cambiamento, con cui si vuol far credere che tutti i guasti del Paese siano da attribuire ai migranti, molto spazio è occupato da quel che accadrebbe a Ferrara, descritta come un esempio di possibile anticamera dell'inferno, dove vivere sarebbe impossibile o quasi.
Una propaganda che ha condizionato l'informazione locale e non, che a sua volta viene utilizzata come fonte dalla stessa propaganda che è all'origine della disinformazione e che finisce così per creare un sistema che si autoalimenta e si ingigantisce!
La Cgil ha confrontato i dati ufficiali che riguardano Ferrara per analizzare i rapporti esistenti tra immigrazione e criminalità.
Questi i dati riassunti in sintesi.
Secondo l'anagrafe, a fine 2018, i migranti residenti a Ferrara erano 14.164, il 10,7% della popolazione. Nell'intera provincia, invece, erano 31.638, pari al 9,1%. Cifre al di sotto della media regionale che è del 12,1%.
Secondo quanto riportato dalla propaganda e dai media i presunti guai di Ferrara sarebbero causati dai nigeriani, un migliaio circa di persone, la cui presenza come comunità è inferiore rispetto a quella di rumeni, ucraini e marocchini.
Secondo quanto ha stabilito la locale municipalità, in base alle denunce, il totale dei reati a Ferrara è "inferiore a quello sia degli altri singoli comuni capoluogo che della media dell'intero territorio regionale", sia in relazione agli scippi, che ai reati violenti. Il totale dei reati, inoltre, è diminuito del 9% negli ultimi 10 anni.
I problemi di Ferrara sono circoscritti quasi esclusivamente alla Gad (Giardino-Arianuova-Doro), quartiere non distante da stazione e stadio.
Nonostante Ferrara non presenti nei numeri emergenza alcuna, la propaganda anti-migranti fa credere agli abitanti di Ferrara, e agli italiani, che la criminalità sia "il problema più grave", dimostrando così l'esistenza di "un forte condizionamento culturale sul sentimento di sicurezza, dovuto probabilmente alle campagne di stampa, alla presenza di un luogo con cattiva reputazione [Gad, ndr], che influenza la collettività" che, di conseguenza si dice preoccupata anche per l'immigrazione.
“La Gad è un quartiere che ha dei problemi, questo è indubbio – commenta Chiara Sapigni, assessore a Sanità, Servizi alla persona e Politiche familiari del Comune di Ferrara –, ma le forze dell'ordine fanno il loro lavoro e abbiamo messo in campo anche opere di riqualificazione territoriale che stiamo continuando a promuovere.
Abbiamo cercato in ogni modo di diffondere i dati che abbiamo raccolto per chiarire che a Ferrara la criminalità non è un'emergenza, ma purtroppo molti sono già caduti nella trappola della propaganda. Chi semina intolleranza ha trovato un grosso riscontro nella cronaca locale e nel sentire comune".
"Ferrara – ricorda Francesca Battista, segretaria confederale della Cgil locale – è un esempio in piccolo di quello che succede, più in grande, a livello nazionale. Si vuole rappresentare un Paese e una città sotto assedio, addirittura invocando l'aumento della presenza militare in città. Le destre continuano a infiammare l'odio. La soluzione, però, non è certo militare. Vanno repressi i crimini, non le comunità migranti".
E tanto per avere un riscontro a quanto sopra riportato eccone la prova più recente...