"È stata coraggiosa e forte la cagnolina "Mia"! E sono stati eccezionali i bagnanti che l'hanno soccorsa, allertato le forze dell'ordine e concorso a denunciare il padrone. Gli animali sono i nostri compagni di vita, i nostri fedeli amici: il loro maltrattamento è un delitto atroce e mi muoverò affinché le pene siano inasprite. Noi, come ministero, ci costituiremo senz'altro parte civile nell'eventuale processo."



Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa si è congratulato in questo modo con coloro che hanno salvato dall'annegamento una cagnolina a cui il proprietario, un folle disgraziato, aveva legato una pietra al collo e dopo aveva gettato in mare... perché si rifiutava di fare il bagno!

I bagnanti, forse appartenenti a delle Organizzazioni Non Governative, invece di stare a guardare e senza attendere gli addetti preposti al salvataggio che, anche se non provenienti dalla Libia non sarebbero giunti in tempo, hanno deciso di intervenire e di portare in salvo il cane.

Ma perché questi ministri del cambiamento si compiacciono per il salvataggio di un cane e, al tempo stesso, si indignano, cercando di impedirglielo, se delle Ong cercano di salvare dei migranti dall'annegare?