Basta con la timidezza dell'informazione
Tutta questa timidezza che avvolge il cancro all’ovaio e i suoi sintomi mi inizia a disturbare parecchio. Uno studio americano ha iniziato a parlare nel 2007 di sintomi e di quanto fosse importante far sapere. Noi, in Italia, siamo ancora titubanti nel far uscire fuori un’informazione così necessaria per le donne. Si parla del cancro all’ovaio in termini astratti ma temibili: è il peggiore, è un killer, non c’è uno screening…
È vero non c’è uno screening ufficiale per la prevenzione, lo stanno studiando. È vero, i sintomi, i campanelli di allarme, spesso compaiono quando la malattia è avanzata, ma altrettanto spesso si affacciano molto presto e posso determinare una speranza di vita più lunga e una qualità della vita migliore! È vero, i sintomi rispondono a patologie comuni e potrebbero destare uno stato di allarme ingiustificato. Ma la loro comparsa in rapida successione, il loro inspessirsi, consolidarsi in un malessere generale sempre presente, il loro permanere nonostante le cure per quelle patologie comuni con le quali sono confusi, può essere la manifestazione di qualcosa di importante che sta succedendo nel nostro fisico. Va insegnato. E va insegnato bene. lo stanno iniziando a fare il Prof. Giovanni Scambia e la Professoressa Domenica Lorusso del Policlinico Gemelli di Roma nei loro interventi pubblici. Li ringrazio con tutto il cuore! L’informazione, tuttavia, è quasi esclusiva delle Associazioni che si occupano di cancro all’ovaio, una per tutte l’ACTO Onlus, ma pure la LOTO Onlus, Mai più sole e altre. Anche loro, tuttavia, le Associazioni, sembra, facciano fatica a dire, parlare, raccontare, spiegare, informare, rendere consapevoli le donne che esistono dei campanelli di allarme ai quali prestare la massima attenzione. Oggi, forse, è la mia rabbia che parla, ma resto delusa e incredula di fronte a un silenzio ingiustificato che non si vuole abbandonare.
Nell’attesa di uno screening ufficiale, tutto quello che sappiamo lo dobbiamo dire. Dobbiamo insegnare alle donne a stare attente. È un obbligo, per chi sa, informare, è un diritto per noi donne essere informate. La maggior parte delle donne che incappano in questo brutto cancro lamentano di essere state curate per lunghi periodi per altri disturbi, sempre gli stessi, sempre quelli.
È chiamato il cancro Killer, moriamo e moriamo in tante. Fortunatamente siamo poche ad ammalarci ma questo determina il parlarne poco e la scarsità delle risorse economiche da destinare a una ricerca mirata. Molto si è fatto in questi ultimi anni e nuove medicine sono uscite che ci stanno aiutando. Si deve fare molto di più.
5200 donne l’anno si ammalano di cancro all’ovaio. È considerato ancora un cancro raro. Non possiamo impedire che il cancro ci raggiunga ma possiamo arrivare in tempo: con l’informazione, la consapevolezza. Bisogna parlarne senza timidezza, senza paura di spaventare. Lo spavento, la preoccupazione può salvare la vita a tante donne. Sono una scrittrice e scrivo, scrivo continuamente, cercando di fare informazione, cercando di tendere una mano d’aiuto a tutte le donne coinvolte in questa avventura. Giro l’Italia, ovunque mi invitano, per parlare alle donne di Abbi Cura Di Te, il mio libro (Gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com). Non racconto la malattia che combatto da sei anni. Racconto che esiste il cancro all’ovaio e a cosa dobbiamo stare attente. Ci sono dei campanelli di allarme, dei sintomi che dobbiamo imparare a conoscere e riconoscere. Dobbiamo sapere cosa fare se compaiono. Non si può avere paura dell’informazione. Se avessi saputo…!
Un anno mi sono trascinata in quei sintomi. Un anno intero. Se avessi saputo non mi troverei nella situazione di bilico costante nella quale mi trovo. Si, oggi sono molto arrabbiata, e mi scuserete ma ho difficoltà a continuare a sopportare un silenzio che nella mia testa, nella mia realtà fa tanto rumore. Lavoriamo tutte insieme per uscire dalla timidezza dell’informazione. Facciamo sapere a tutte le donne che esiste il cancro all’ovaio e a cosa dobbiamo imparare a stare attente. Informiamoci, chiediamo, pretendiamo di sapere. È un nostro diritto e un dovere per chi sa informare.
Abbi Cura Di Te.