Che cosa dicono le prime proiezioni delle elezioni legislative in Francia? Che la "gauche", la sinistra non è affatto morta. Fino a pochi mesi, in Francia vi era il rischio che l'estrema destra facesse cappotto. Ma i fatti hanno dimostrato una realtà ben diversa. Macron ha vinto le presidenziali al ballottaggio, ma non certo sul filo di lana.
Adesso, per le legislative le prime proiezioni danno Ensemble!, la coalizione di Macron, e Nupes, la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon, più o meno alla pari, con una percentuale di poco superiore al 25%, con una leggera preferenza per quest'ultima.
Poiché in Francia i parlamentari vengono eletti in collegi uninominali dove devono ottenere la maggioranza dei voti espressi da coloro che si sono recati ai seggi, bisognerà attendere il secondo turno per capire in termini di seggi come si concretizzeranno queste proiezioni, anche in base alle indicazioni di voto degli estremisti di destra nei collegi dove i loro candidati non saranno presenti.
Secondo le prime ipotesi, alla coalizione "macronista" andrebbero tra i 270 e 310 seggi, mentre a Nupes andrebbero 170-220 seggi. Ma c'è da considerare prima il numero di seggi già assegnati al primo turno, poi quali saranno le regioni dove si terranno i ballottaggi ed infine il fattore astensione, dato che al voto odierno ha partecipato solo la metà degli aventi diritto... un record negativo senza precedenti. Tutti elementi che rendono incerta qualsiasi proiezione
E che il voto al ballottaggio non sia comunque scontato per ottenere la maggioranza nell'Assemblea Nazionale, lo fanno intendere gli appelli dei due schieramenti usciti oggi vincitori.
"Saremo presenti in oltre 500 circoscrizioni nel 2° turno", ha detto Mélenchon. "Riversatevi alle urne domenica prossima con le vostre schede in mano. Il partito presidenziale è stato battuto- È la prima volta che un presidente vince e non riesce a confermare la vittoria dopo 2 mesi alle legislative".
Da fronte presidenziale, invece, si chiede a tutte le forze repubblicane di recarsi alle urne perché sarebbero in gioco i valori di libertà, uguaglianza, fraternità e laicità.