Alla fine del secondo conflitto mondiale, un ufficiale americano, presentando un mafioso - scelto per essere sindaco senza elezioni - a degli inermi cittadini di un paesino siciliano, disse loro: “Questo è il vostro nuovo padrone”, il governo americano per eliminare il pericolo di infiltrazioni comuniste nel tessuto sociale e politico del nostro Paese commise impunemente una madornale ingerenza nella nostra libertà costituzionale di autodeterminarci, per non parlare poi della strage di Portella della Ginestra: con questo squallido debutto la “politica estera americana”, in nome della “sua” democrazia e soprattutto dei “suoi” interessi politici, economici e militari, interferirà pesantemente ed occultamente nella vita sociale, economica e politica del nostro Paese regalandoci tentati golpe,  gli anni di piombo – il terrorismo (di stato) se lo sono inventato gli americani non gli islamici – e tale situazione temo che ci accompagnerà all’infinito. Il nostro ruolo nel contesto europeo ed internazionale è quello umiliante di “colonia”.

Molte procure, saggiamente, si sono avvalse del prezioso contributo degli storici che leggendo e coordinando vari documenti “dimenticati” in armadi blindati o desecretati stanno ricostruendo le reali dinamiche presenti dietro le stragi, i delitti eccellenti, il fenomeno mafioso ed altre efferatezze e, gradualmente, incomincia a delinearsi la continuità di un disegno eversivo finora conosciuto ma privo di prove giudizialmente valide e i manovratori occulti che lo hanno gestito impunemente: da questo lavoro certosino emerge un quadro sconfortante.

L’amministrazione dello Stato è sempre stata affidata a “scimmiette ammaestrate” tutori fedeli degli interessi americani che, per questo avevano mantenuto di fatto in vita il sistema totalitario preesistente truccandolo da “Repubblica democratica fondata sul lavoro”. Con la scusa del blocco sovietico abbiamo subito la “democrazia americana” fino alla caduta del muro di Berlino, a quel punto della nostra storia sembrava che tutto dovesse finalmente cambiare ma non è stato così.

Nei miei precedenti articoli ho trattato del passaggio da un regime feudale fortemente influenzato dalla politica vaticana (che ha sempre avuto cura di tutelare il suo ingente patrimonio più della salute spirituale dei suoi fedeli), al successivo regime fascista di Mussolini, marionetta dei conservatori che garantiva loro di continuare a relegare la popolazione nell’ignoranza e sfruttandola la condannavano alla pura sopravvivenza senza alcun diritto e tutele.

Dal degrado del secondo conflitto mondiale, nel nostro Paese emergono due figure significative che hanno tentato di cambiare la situazione dando impulso all’economia - Enrico Mattei – realizzando un modello di imprenditoria etica – Adriano Olivetti – entrambi sono stati travolti dalla democrazia americana, da quella nostrana, dagli interessi francesi, dalle sette sorelle, da Confindustria e da una “classe politica” complice e servile di estrazione cattolica dalla quale traevano milioni di voti.

Un’evoluzione di tale barbarie è rappresentata dal fenomeno “berlusconiano”: nel 1982 il Parlamento con una legge ad hoc “cancellava” la loggia P2, anche se in realtà questo rimase un puro atto formale, ufficialmente fu sciolta ma praticamente continuò ad operare per realizzare i suoi programmi senza soste infatti stiamo alla fase del presidenzialismo.

A mio avviso questo personaggio non è stato valutato adeguatamente perché è stata usata e ancora si usa una prospettiva inadeguata che tende a coglierne solo gli aspetti “goliardici e speculativi” che hanno finito per fornire un modello comportamentale degradante per la collettività; seguiva la svendita del patrimonio pubblico che ha determinato gradualmente la levitazione del debito pubblico e il conseguente riaffaccio della povertà attivando un graduale ed irreversibile processo involutivo del nostro Paese.

Utilizzando le campagne stampa dei suoi giornali che ne “esaltavano” le qualità (scarsissime) e omettevano i difetti, si spacciava per “statista” di alto livello, diversamente la pensavano gli americani infatti grazie a WikiLeaks, nel 2010, vennero pubblicate le informative che l’ambasciata americana di Roma inviava a Washington (251.287 cablo) per ragguagliare l’amministrazione statunitense sull’operato del soggetto. I contenuti sono molto espliciti forse perché i funzionari erano certi che non sarebbero stati forse resi pubblici se non dopo un secolo quando la faccenda non avrebbe avuto più alcuna importanza per nessuno.

Riporto testualmente alcuni stralci pubblicati anche sulla stampa italiana: “Le sue frequenti gaffe e la sua mediocre scelta delle parole hanno offeso tutti in Italia e anche molti leader europei. La sua disponibilità – percepita - di mettere i suoi interessi al di sopra di quelli dello Stato, la sua preferenza per le soluzioni a breve termine piuttosto che per gli investimenti sul lungo termine, il suo frequente uso delle istituzioni e risorse pubbliche per ottenere un vantaggio elettorale sui suoi avversari politici hanno danneggiato la reputazione dell’Italia in Europa e hanno dato un tono disgraziatamente comico alla reputazione dell’Italia in molti settori del governo americano”. 

Proprio per questo gli americani lo consideravano un “collaboratore” indispensabile che ha permesso loro di fare il proprio comodo in Italia liberamente.

Un esempio vergognoso di tale collaborazione: nel 2002 l’amministrazione Bush coinvolta in vari conflitti locali in medio oriente aveva l’obiettivo di depotenziare  la Corte Penale Internazionale istituita con il compito di punire i crimini di guerra e contro l’umanità: attraverso trattati bilaterali tra vari Stati – tra cui l’Italia – otteneva l’impegno di non consegnare ai giudici della Corte i militari americani (che si erano macchiati di crimini di guerra) per sottrarli alla giustizia internazionale. Alla proposta dell’amministrazione Bush, in un cablo viene riportato: “Ancora una volta, quando il presidente Bush chiede aiuto a Berlusconi, l’aiuto arriva immediatamente”. 

Questo fatto mi riporta alla memoria Ustica: per sottrarre dalle loro responsabilità i piloti americani che avevano abbattuto l’aereo di linea civile Itavia uccidendo 81 passeggeri tra i quali 11 bambini, sono stati eliminati tutti i possibili testimoni cancellando così un “atto di guerra” compiuto in tempo di pace sul territorio italiano. Gli USA hanno la consuetudine consolidata di proteggere i loro cittadini usati per coltivare - a casa altrui - i loro interessi.

Un altro vergognoso episodio è stato la strage del Cermis avvenuta nel ’98 quando un aereo militare statunitense dei marines, volando in violazione dei protocolli di sicurezza, tranciò con un’ala il cavo della funivia del Cermis facendo precipitare la cabina provocando così la morte di 20 persone.  Il pilota con il suo navigatore avevano provocato una tragedia per divertirsi a filmare il paesaggio delle Dolomiti, successivamente uno dei due piloti confessò di aver distrutto, al suo ritorno alla base, il nastro video che avrebbe consentito di svelare la verità sull'incidente. Il due militari furono processati negli Stati Uniti e assolti in dispregio della giurisdizione italiana: sicuramente ha giocato l’accordo firmato dal governo Berlusconi.

Nel 2003, in occasione dell’invasione americana dell’Iraq con conseguenze apocalittiche per quel Paese, quel conflitto indusse circa il 40% della popolazione a fuggire all’estero o finire sfollati oltre a contribuire alla nascita dell’Isis: l’Italia, tramite Berlusconi, esaudì tutte le richieste dell’amministrazione Bush infatti l’ambasciatore americano a Roma scriveva: “Abbiamo ottenuto quello che abbiamo chiesto aeroporti italiani, porti e infrastrutture dei trasporti sono stati messi a nostra disposizione”. (….) “Il governo Berlusconi ha portato un Paese completamente contrario alla guerra il più vicino possibile, politicamente, allo stato di belligeranza”.  (…) “Pur riconoscendo che l’Italia può apparire un posto arcano e bizantino fino alla frustrazione, siamo convinti che è un posto eccellente per fare i nostri affari politici e militari”.

Contemporaneamente Confindustria & C. si fanno i loro buoni affari economici e con questo il quadro è completo.

Se torniamo ai nostri giorni e ad affari nostrani non può sfuggire alla nostra attenzione che sin dalle prime fasi del processo di appello denominato “Ndrangheta stragista” sta presentando aspetti molto interessanti. In primo grado sono stati condannati all’ergastolo per l’uccisione dei carabinieri Fava e Garofolo, Giuseppe Graviano e Rocco santo Filippone, in particolare, durante l’ultima udienza l’accusa rappresentata da Giuseppe Lombardo, applicato alla Procura generale, ha chiesto la riapertura delle indagini per approfondire il ruolo svolto dall’antennista Angelo Sorrenti che rappresentò in Calabria “l’uomo di collegamento” tra gli interessi della cosca Piromalli e la Fininvest e per fare luce sulle stragi degli anni ‘90.  Per la Dda, quella storia aiuterà i giudici a ricostruire “i rapporti con Fininvest e quindi con il gruppo Berlusconi”. 

Lombardo riferendosi alle dichiarazioni di Graviano sul “ruolo di Forza Italia, in un tristissimo disegno che, guarda caso, si conclude proprio nel momento in cui Forza Italia diventa una componente politica effettiva nel panorama italiano”. Ciò che non è stato potuto utilizzare giudizialmente emerge nella documentazione: un colloquio chiesto da Sorrenti alla Procura che è già avvenuto durante il quale il richiedente si è reso disponibile a testimoniare sui fatti e circostanze emersi nel processo “Ndrangheta stragista”.

Altro argomento molto interessante è il Protocollo Farfalla: consta di sei pagine senza firma né intestazione che contiene un accordo segreto concluso nel maggio 2004 tra i Servizi segreti (direttore del Sisde Mario Mori) e di Dipartimento di amministrazione penitenziaria (capo del Dap Giovanni Tinebra) che aveva l’obiettivo  di canalizzare esclusivamente e riservatamente le informazioni rivelate dai principali boss di Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta all’intelligence e non all’autorità giudiziaria al fine di gestire in esclusiva le informazioni provenienti dai penitenziari di massima sicurezza sabotando di conseguenza le indagini dei Pm e della polizia giudiziaria. Attraverso tale protocollo si rinsaldavano i legami tra i servizi segreti e la criminalità organizzata sottraendo linfa vitale a chi ricerca la verità e persegue una giustizia “giusta”. L’organismo istituzionale italiano presenta delle metastasi che operano indisturbatamente in contrapposizione alle finalità generali di altri organi istituzionali provocando guasti e danni incalcolabili alla collettività infatti qualsiasi notizia proveniente dai detenuti in regime di 41 bis sarebbe stata girata dall’amministrazione penitenziaria direttamente al Sisde senza informarne i Pm competenti come invece è previsto dalla legge. Tale protocollo comunque era già in vigore dal 2003 le informazioni rivelate dai principali boss di Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta sarebbero finite all’intelligence e non invece all’autorità giudiziaria secondo la clausola di “esclusività e riservatezza”.

I Pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia, Vittorio Teresi e Francesco Del Bene hanno quindi aperto un nuovo fascicolo d’indagine a carico d’ignoti per omissione di atti d’ufficio. Per tale ragione già a Roma e a Napoli sono stati rinviati a giudizio per falso e omissione in atti d’ufficio due direttori di carcere e un funzionario del Sisde. Sulla traccia delle operazioni messe in atto dai servizi si possono chiarire di tre livelli di “Gladio” e la “Falange Armata” sigla dietro la quale il Sismi operava nel torbido per procacciarsi cospicui fondi per le sue nobili attività: nel 1996 il pentito Antonio Schettini mise a verbale: (….) “parte dei fondi riservati utilizzati per il pagamento dei sequestri di persona andavano alla componente mafiosa e parte ad una componete diversa” è chiaro che indicava il Sismi.

Ho l’impressione che per i vertici delle istituzioni italiane il concetto di legalità è sconosciuto, mi domando ma quando giurano fedeltà alla Costituzione a cosa stanno pensando? Sicuramente a Topolino e Minni.

Stanno cominciando ad emergere le prove degli intrecci tra politica, mafia, servizi segreti, stragi, depistaggi, omertà e collusioni ad alto livello. Se la “buona” magistratura riuscirà a far chiarezza sarà una vittoria per la verità e la giustizia, questa bonifica delle istituzioni inietterà un po' di coraggio e speranza in un futuro migliore.