È durato poco più di un paio d'ore l'incontro a Palazzo Chigi tra Cgil, Cisl, Uil, Ugl e il governo. Al centro del confronto il Dl Lavoro, il decreto che contiene una serie di misure per riformare il mercato del lavoro e sostenere i redditi dei lavoratori, che sarà varato nel CdM di lunedì 1 maggio.

Tra le novità più importanti, il taglio del cuneo fiscale fino a 7 punti per i redditi medio bassi, il riconoscimento dell'assegno di inclusione per i disoccupati, gli incentivi alle assunzioni dei giovani e dei beneficiari dell'assegno di inclusione, il potenziamento dei controlli per la sicurezza sul lavoro e l'aumento dell'assegno unico per le famiglie con figli.

Il governo ha presentato ai sindacati la bozza del decreto, a poche ore dall'approvazione, a conferma del "così è se vi pare" della politica di confronto tra esecutivo e rappresentanze del mondo del lavoro... in atto - per onestà - ormai da diverso tempo con governi di qualsiasi indirizzo.

Critico il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, non solo sul metodo, ma anche nel merito dei contenuti:

"Noi oggi abbiamo fatto una discussione a voce, perché non ci è stato consegnato alcun testo. Quindi in realtà non conosciamo i provvedimenti nel dettaglio e, come è noto, quando si parla di mercato del lavoro, di salute e sicurezza, contano anche le virgole, come le scrivi e come le metti.Per quello che ci riguarda, rimangono totalmente tutte in campo le iniziative, le ragioni che ci hanno portato a indire le giornate di mobilitazione, il 6 a Bologna per le regioni del Centro, il 13 a Milano per le regioni del Nord e il 20 a Napoli per le regioni del Sud, perché c'è bisogno di un cambiamento vero della politica di questo governo, a partire anche da una vera riforma fiscale e sulla salute e sicurezza.Sono quattro mesi che non c'è confronto con i sindacati. Questa è una questione di metodo e di sostanza. Sul cuneo contributivo hanno parlato di un provvedimento da luglio a dicembre. La mossa che fa il governo va nella direzione delle proposte che abbiamo avanzato. Il limite è che è temporaneo, non ha una prospettiva, dura qualche mese. Non c'è la restituzione del fiscal drag, con il sistema di oggi c'è il rischio che non aumenti il netto, ma solo la tassazione. Manca la tassazione sui profitti e gli extra-profitti. Questo è il momento di varare un contributo straordinario a tutela di salari. Il taglio del cuneo non è quello che chiedevamo fino in fondo perché non è strutturale".

In compenso, però, è strutturale il taglio delle tasse per chi guadagna anche 80mila euro all'anno, finanziato con il taglio al Reddito di Cittadinanza che cambierà nome per giustificare la grande novità apportata dalla Meloni che, finalmente, adesso farà lavorare chi rifiutava lavori pagati persino 600 euro al mese, invece di accontentarsi di un gelato o di un sacchetto di patatine (secondo la leghista Hoara Borselli).

Finché la stampa riuscirà a mascherare come da copione le alchimie di questa Robin Hood al contrario che occupa Palazzo Chigi, la gente continuerà ad applaudire. Ma gli stessi che in futuro si accorgeranno che le tasche gli sono state riempite di parole e non di euro, allora inizieranno a storcere il naso e non basteranno più le amnesie di Vespa e i voli pindarici da sofisti d'accatto dei propagandisti Mediaset per continuare a far credere che la Meloni sia una statista che tutto il mondo c'invidia.