Venerdì scorso è stato trapiantato, per la prima volta in assoluto, un cuore di maiale in un paziente di cinquantasette anni all’Ospedale dell’Università del Maryland, negli USA.
Questo tipo di trapianto viene chiamato, in ambito scientifico, XENOTRAPIANTO ovvero il trapianto di organi e cellule da una specie diversa (in questo caso un animale) all’uomo.
Il primo intervento di questo genere fu eseguito nel 1964, da James Hardy, (chirurgo famoso all’epoca) coinvolgendo il cuore di uno scimpanzé e quello di un signore americano in coma. Riuscì a far battere il cuore per circa un’ora e poi il paziente morì. Un altro caso molto noto èquello di Baby Fae, una neonata per cui era stato autorizzato il trapianto di cuore di babbuino a causa per la mancanza di organi trapiantabili umani a misura di infante. La bambina, purtroppo, sopravvisse per ventuno giorni dopo l’operazione, tempo più lungo di un intervento di xenotrapianto.
Il motivo per cui i trapianti “non ebbero successo” era perché il sistema immunitario non riconosceva le cellule di cui era composto l’organo, ovvero, le cellule non erano originali dell’organismo e di conseguenza venivano generati anticorpi che le attaccavano fino alla distruzione di esse portando alla morte della parte del corpo. Si ebbe appunto una fase di rigetto post-operatorio cosa che all’epoca non si era a conoscenza.
Il cuore di maiale prima di essere trapiantato nel paziente è stato geneticamente modificato sia nel funzionamento che come forma modificando i geni. Questo trapianto è ancora in fase di sperimentazione e per dire che è stato un trapianto di successo dobbiamo ancora aspettare.
Questa tecnica rappresenterà molto presto il futuro della medicina. Oggi in Italia i pazienti che necessitano di un trapianto di cuore restano in lista circa per tre anni e se questo tipo di trapianto diventasse ancora più sicuro si potrebbe intervenire con maggiore tempestività.