Nonostante il presidente Grasso abbia ridotto a 500 gli emendamenti del ddl Cirinnà, togliendo al PD la scusa di quella che anche oggi Matteo Renzi chiamava palude che avrebbe rimandato a data da destinarsi l'approvazione della legge, domani al Senato  verrà presentata una proposta di modifica che toglierà dal disegno di legge la parte riguardante la stepchild adoption, chiedendo anche il voto di fiducia sulla nuova formulazione.

Questa è la decisione di Matteo Renzi e dei senatori del PD, almeno quelli dell'area di maggioranza. E pure Monica Cirinnà fa sapere su Twitter di essere soddisfatta della decisione, addossandone la responsabilità ai 5 Stelle: «@M5S_Senato bugiardi e non più credibili @pdnetwork dice no roulette russa su diritti e vita persone #unionicivili»...

Se lei è contenta così, non si può non esserne felici. Però, soprattutto dopo le decisioni di Grasso, non si capisce quali siano le colpe o le responsabilità dei 5 Stelle nel  ritardare l'iter e l'approvazione della legge.
E che tutto quello che Renzi ha detto sia una sceneggiata per soddisfare le richieste dei cattolici dei vari schieramenti lo confermano le dichiarazioni di alcuni membri dei vari gruppi che compongono la maggioranza al Senato che, dopo aver incassato lo stralcio dell'adozione del figlio dl partner, ora pretendono la modifica di altre parti della legge che, secondo loro, possono equiparare l'unione civile, così come verrebbe votata, al matrimonio. Binetti e Sacconi, solo per fare un esempio, promettono già battaglia su questo punto.
Domani capiremo se, anche in questo caso, la responsabilità dovrà ricadere sui 5 Stelle!

Infine, resta da sottolineare che una dei rari casi in cui il Parlamento poteva esprimersi su una propria legge, anche stavolta sarà il Governo a stabilire che cosa debba o non debba essere votato, ponendo in secondo piano i contenuti di un provvedimento rispetto al mantenimento del seggio da parte dei senatori.