Il 22 ottobre 2022 Giorgia Meloni diventava la prima donna presidente del Consiglio dei Ministri. Altro da scegliere per gli italiani non c’era. La sua vittoria elettorale non è stata dettata da chissà quali meriti o quali capacità, perché l’unico merito di Meloni è stato quello di promettere cose che sapeva di non poter mantenere, bastava farlo credere.
Giorgia Meloni non è Margaret Thatcher. È una cometa sconosciuta. Campa di politica da quando portava i calzoncini corti, incassando senza mai muovere un dito. La sua vittoria è il risultato di un elettorato di destra ormai allo sbando che non sa più a quale santo votarsi. Dopo aver provato prima Silvio Berlusconi e aver capito che pensava solo a sé stesso, e dopo aver votato Matteo Salvini che ci ha messi contro mezza Europa mentre lui ballava ai Papete, hanno scelto di provare pure lei, come ultima spiaggia di una destra ridotta allo sbando.
Tutto normale se non fosse che gli italiani hanno scelto una donna che, nel corso della sua “prestigiosa” carriera politica, si è distinta per essere stata una record-woman di assenteismo. Quando era parlamentare si è assentata nel settantadue percento dei casi. Ma i quattordici mila euro al mese li portava a casa lo stesso. Identica cosa ha fatto da consigliere comunale di Roma. Lì si è addirittura superata con il novanta percento di assenze. Ma anche in quel caso lo stipendio lo beccava ugualmente e alla faccia dei cittadini.
Ma come si è preteso di eleggere come premier una donna il cui unico scopo è stato trasformare la politica in una bambagia a vita? Non è un mistero che l’ex cameriera della Garbatella, ex ministro fallimentare del governo Berlusconi da 2008 al 2011, sia stata anche firmataria della legge per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti, così da campare con il denaro dei cittadini che già faticano ad arrivare a fine del mese con il costo della vita elevato.
E così ci troviamo a Palazzo Chigi una delle più grandi mantenute [in senso politico] nullafacenti croniche e una bugiarda di professione che, dopo un anno di governo, ha già fallito tutte le promesse fatte all’elettorato durante rumorosi comizi. Niente più blocchi navali, niente più taglio delle tasse, niente più abolizione della legge Fornero, niente più superbonus alle imprese che diceva di voler rafforzare, niente più opzione donna, niente più politiche a favore della natalità. In compenso sono giunti il taglio dei sussidi ai poveri, la negazione del salario minimo per i lavoratori, i regali agli evasori fiscali, alle banche, alle multinazionali, alla sanità privata e una bella sistemazione per parenti e amici.
Ma se pensiamo a Meloni come a un fenomeno marginale sbagliamo totalmente. Il suo governo non sarà indolore. La Giorgia nazionale che ascoltava canzoni antisemite, che elogiava Mussolini, che fa la guerra alle minoranze, che sta occupando tutte le leve del potere, a partire dalla televisione, non è altro che lo specchio di un popolo italiano storicamente fascista e razzista. E chi vuole preservare la libertà, adesso non resta che reagire e resistere, perché anche Giorgia Meloni è un fenomeno umano: come ha avuto un inizio, avrà anche una fine [cit. Giovanni Falcone].