Centinaia di migliaia di persone, ancora un volta, sabato sono scese in strada in tutto Israele, per il nono fine settimana consecutivo, per  protestare contro i tentativi di modificare  radicalmente il sistema giudiziario da parte del governo Netanyahu, che vuole mettere la magistratura sotto il controllo dell'esecutivo.

Nella sola Tel Aviv sono state circa 160.000 le persone che hanno manifestato nel centro della capitale, mentre decine di migliaia lo hanno fatto in altre città del Paese. Secondo gli organizzatori, sarebbero stati circa 400.000 i manifestanti di sabato 4 marzo.

Dopo la manifestazione di Tel Aviv, si sono verificati anche degli scontri sull'autostrada di Ayalon, con la polizia che ha fatto ricorso a poliziotti a cavallo e cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti, anche se questi stavano oramai lasciando l'autostrada, senza  aver provocato in precedenza alcun danno. Almeno quattro persone sono state arrestate e l'autostrada è stata chiusa per un'ora circa.

I leader della protesta hanno annunciato che giovedì 9 marzo ci sarà un altro "giorno di disordini" in tutto il paese, simile a quello di una settimana fa con  proteste e blocchi stradali in diverse città, e scontri con la polizia a Tel Aviv.


Sabato, i soldati del commando che nel 1976 furono protagonisti del salvataggio degli ostaggi a Entebbe hanno pubblicato una lettera in cui criticano il primo ministro Netanyahu per voler sacrificare lo Stato di Israele e il popolo di Israele ai suoi personali interessi.

Per chi non lo sapesse, Yoni Netanyahu, il fratello dell'attuale premier, rimase ucciso mentre era alla guida del gruppo di militari che fu protagonista dell'operazione, unica vittima del commando. Durante la liberazione persero la vita anche quattro ostaggi.

"Abbiamo avuto il privilegio di essere tra i pochi combattenti che hanno fatto irruzione a Entebbe, sotto il nostro freddo e coraggioso comandante Yoni Netanyahu, che consapevolmente si è sacrificato per lo Stato di Israele e il popolo di Israele", hanno scritto i veterani. "È triste, ma tu, Bibi, stai consapevolmente sacrificando lo Stato di Israele e il popolo di Israele per i tuoi interessi".

L'operazione del 4 luglio 1976 vide il salvataggio di 98 ostaggi presi prigionieri il 27 giugno 1976 da terroristi palestinesi e tedeschi, che dirottarono un jet dell'Air France in volo da Tel Aviv a Parigi. L'aereo fu dirottato nell'Uganda di Idi Amin Dada.

I veterani hanno anche criticato il governo e la sua maggioranza per aver denigrato i manifestanti definendoli anarchici e terroristi... oltre figli di papà che guidano macchine di lusso con i rolex al polso.

"Deliberatamente, per anni, hai praticato il divide et impera, separando e mettendo noi israeliani l'uno contro l'altro. Il pubblico israeliano che non ti sostiene è diventato "piccolo", "debole", "traditore" e "anarchico"."Ci hai paragonati a quelli che hanno compiuto il pogrom a Huwara (coloni israeliani che nei giorni scorsi hanno assalito il villaggio in Cisgiordania dando alle fiamme case e auto, e uccidendo un palestinese), e tuo figlio, che non ha mai impugnato un fucile in vita sua, ci chiama terroristi"."Sì, [abbiamo effettuato il salvataggio] con una Mercedes [per assomigliare all'auto di Amin]. Quattromila chilometri da casa. Non avevamo Rolex, avevamo Kalashnikov. E niente giubbotti protettivi, perché dovevamo vestirci come soldati ugandesi. Ma ci siamo presi il rischio perché avevamo un obiettivo: salvare 105 ebrei. Ashkenazim, Mizrahim, laici e religiosi – tutti fanno parte della nostra nazione e del nostro paese"."Ci hai chiamato sionisti per modo di dire. Tu, il cui padre, ha lasciato Israele nel 1939 ed è tornato solo nel 1949 quando la Guerra d'Indipendenza era finita. E poi una seconda volta ha lasciato il Paese nel 1962 ed è tornato dopo la morte di suo figlio. Insieme ai nostri fratelli d'armi e a molti altri meravigliosi israeliani, continueremo a protestare e lottare per l'Israele della Dichiarazione di Indipendenza e contro la dittatura".