Una delle lotte più importanti che un genitore può combattere è quella al fianco del proprio figlio quando scopre di avere una malattia. Ci vuole tenacia e costanza. Tra gli alleati utili contro la patologia, insieme alla corretta informazione, ci sono anche le cellule staminali cordone ombelicale e le biobanche che le conservano.

Moltissimi sono gli esempi e le storie che in tutto il mondo raccontano l’efficacia di queste cellule staminali nel trattamento di diverse malattie. Negli Stati Uniti, in Illinois, una bambina di tre anni affetta da leucemia linfoblastica acuta si è sottoposta a un trapianto autologo di cellule staminali del cordone ombelicale che i suoi genitori avevano scelto di conservare alla nascita. Oggi la piccola ha nove anni e sta bene.

Un’altra storia viene dalla Germania e in particolare da Osnabrück, un paese vicino ad Hannover. Qui un bimbo di cinque anni di nome Jan ha ricevuto l’infusione del sangue cordonale del suo fratellino per trattare l'anemia aplastica, una patologia che gli causava un cattivo funzionamento nella produzione di midollo osseo. Dopo l’operazione, Jan ha potuto lasciare l’ospedale e le sue condizioni di vita sono molto migliorate, come ha sottolineato anche la mamma Annette Hömme: "Grazie al trapianto, Jan può di nuovo fare praticamente quasi tutto ciò che fanno tutti gli altri bambini della sua età. Oggi sappiamo che la sua malattia avrebbe potuto essere trattata così già in precedenza se il suo stesso sangue del cordone ombelicale fosse stato disponibile".

In un altro caso di successo è protagonista la sanità italiana: presso l'ospedale di Pavia il piccolo Mohammed, di sette anni, ha affrontato un’operazione di infusione di cellule staminali del cordone ombelicale prelevate dal fratello minore. Il bambino soffriva infatti di una patologia genetica rara che attacca il sistema immunitario. Allo stesso modo, Charlie Whitaker, a quattro anni, ha abbandonato per sempre le trasfusioni che era costretto a effettuare come terapia contro l'anemia di Blackfan-Diamond. La patologia causava infatti una diminuzione del numero di globuli rossi nel sangue. Le cellule staminali cordonali hanno dato una nuova speranza anche Dallas Hextell, affetto da paralisi cerebrale, che – dopo un trapianto autologo – ha cominciato nuovamente a muoversi e comunicare.

Quelli appena citati sono casi di genitori e figli che hanno lottato contro la malattia, accettando di credere in nuove sperimentazioni e nell’efficacia delle cellule staminali cordonali. Coppie che hanno deciso di conservare queste staminali come una sorta di assicurazione per la vita dei propri figli oppure che hanno scelto di mettere al mondo un bambino per salvare la vita del fratello o della sorella. Tutte storie a lieto fine, fatte di genitori e figli che – dopo aver combattuto – hanno finalmente conquistato il sorriso.

Per saperne di più sulla conservazione delle cellule staminali cordonali, visita il sito www.sorgente.com.

 Note

  1. Il caso è stato presentato sulla prestigiosa rivista specializzata "Pediatrics" con un articolo dal titolo: “Blood Transplantation in the Treatment of a Child With Leukemia.” (Pediatrics 2007; 119: e296-e300).
  2. Trapianto eseguito in data 26 settembre 2005 presso la Facoltà di Medicina di Hannover.
  3. Fonte: ADUC - Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
  4. Fonte: Los Angeles Times.