Mercoledì, partecipando ad una cerimonia per commemorare il 77° anniversario del primo trasporto dei prigionieri fatti entrare nel campo di Auschwitz-Birkenau, il primo ministro polacco Beata Szydlo ha dichiarato che "Auschwitz ci serva di lezione per dimostrare che bisogna fare di tutto per difendere i nostri cittadini".

Una frase ambigua, di duplice interpretazione, ma che molti hanno collegato alla procedura d'infrazione che l'Europa è intenzionata ad aprire nei confronti della Polonia per non aver accolto i migranti richiedenti asilo in base alle quote pattuite dagli accordi con i vari Stati dell'Unione.

Donald Tusk, attuale Presidente del Consiglio europeo ed ex ministro della Polonia dal 2007 al 2014, in tweet ha commentato che tali parole in questo luogo non dovrebbero mai uscire dalla bocca di un primo ministro polacco.

Ad Auschwitz più di un milione di persone, e tra queste soprattutto ebrei europei, sono state assassinate prima che l'esercito sovietico entrasse nel campo di sterminio agli inizi del 1945.

Per la cronaca, nel suo discorso la Szydlo ha anche affermato che per i politici è stato un grande compito quello di assicurarsi che "eventi tanto terribili quanto quelli che sono accaduti ad Auschwitz e in altri luoghi di sterminio non si verifichino mai più".