Il conflitto in Yemen ha avuto inizio il 26 marzo 2015.
Stando ai dati del rapporto dell’Onu pubblicato pochi giorni fa, sono quasi duemila i bambini soldato morti in 16 mesi, combattendo tra gennaio 2020 e maggio 2021.
L'escalation del conflitto in tutto il Paese ha portato a un aumento del 60% delle vittime civili negli ultimi tre mesi del 2021, e il 2022 sembra già avere conseguenza ancora più gravi per i civili.
In Yemen la vita dei civili è risucchiata da una guerra che chiama in causa i protagonisti scomodi della scacchiera mondiale.
Prima tra tutti l’Arabia Saudita che insieme agli Emigrati Arabi Uniti ha contribuito alla frammentazione del Sud e del Nord del Paese.
Sul fronte opposto l' Iran sostiene i ribelli Houthi.
Rappresenta, senza ombra di dubbio, la più grave crisi umanitaria al mondo, con 17,4 milioni di persone che soffrono la fame.
In 7 anni di conflitto tra la coalizione governativa appoggiata dall’Arabia Saudita e i ribelli Houthi filo-iraniani oltre 24.600 attacchi aerei hanno distrutto il 40% delle abitazioni nelle città, causando più di 14.500 vittime civili dal 2017.
E’ di pochi giorni fa la notizia che il presidente dello Yemen, Abd Rabbo Mansour Hadi, ha ceduto il potere a un nuovo consiglio direttivo che negozierà una soluzione politica per porre fine al conflitto.
La decisione di Hadi segue l’entrata in vigore, il 2 aprile, di una tregua di due mesi, mediata dalle Nazioni Unite e concordata dalle parti.