Lo Spirito Santo in Sopoćko non solo riempie gli uomini di misericordia, ma li conduce a sé e li guida verso i beni eterni. Un altro nome che associa il Nostro allo Spirito è la “potenza di Dio”. Appunto, in una delle descrizioni di Sopoćko sull’arrivo e sul come si manifesta lo Spirito, leggiamo:

 «Lo Spirito Santo si manifesta come un vento impetuoso. Il vento rappresenta la potenza divina e simboleggia la provenienza dello Spirito dal Padre e dal Figlio attraverso l’amore (…). Lo Spirito è arrivato nel cenacolo nella pienezza della grazia e della misericordia. Egli è Dio dell’amore e della misericordia, della pietà e della pace. L’arrivo dello Spirito, però, non rappresenta il tempo della condanna per gli uomini, ma il tempo della salvezza e della redenzione per tutti (…). Lo Spirito è arrivato per santificare, consolare, rallegrare e guidare il mondo intero ai beni eterni»[1]. 

  Dal testo appena riportato, si evince esplicitamente che lo Spirito è la potenza divina, la quale dà inizio al “tempo della salvezza e della redenzione”. Lo Spirito Santo dell’amore e della misericordia interviene nella storia umana e svolge l’opera divinizzatrice degli uomini, guidandoli verso la vita eterna. Sottolineiamo che l’opera divinizzatrice dello Spirito Santo agisce nella “potenza straordinaria”, capace di purificare ed elevare tutti gli uomini, per mezzo delle virtù e dei doni soprannaturali. In esse, gli uomini trovano la comprensione totale della loro vita e la comunicazione di uno stile di vita divina[2]. 

In questa comunicazione dello “stile di vita divina” agli uomini, alla luce della Pasqua e della Parusia, Sopoćko ha operato una rilettura dell’evento cristologico “del farsi carne”. In quest’operazione il Nostro arriva allo “stadio finale del cristocentrismo” e pone forte accento sul mistero dell’incarnazione, cioè al venire nella carne del Figlio per opera dello Spirito Santo, dove Dio mostra il Vultus Miseicordiae. Consideriamo che il mistero dell’incarnazione in Sopoćko appartiene ad uno dei “quattro misteri della misericordia”, come precedentemente già abbiamo visto, e che è avvenuto nella “potenza di Dio” misericordioso[3]. 

Notiamo che lo Spirito-potenza di Dio viene elargito senza limiti nella “pienezza dei tempi”, cosicché tutto il mistero di Gesù Cristo, dall’incarnazione all’evento pasquale, ne costituisce il culmine fino alla Parusia[4]. 

Per la teologia di Sopoćko la Trinità, la cristologia, la pneumatologia ed escatologia sono intrinsecamente legate. Infatti, non c’è Cristo senza Spirito Santo, tra di loro c’è un stretto legame, attraverso il quale può essere reinterpretata tutta la realtà di Dio in chiave dell’idea della misericordia[5].. 

A questo punto vale la pena riportare un altro testo del Nostro, dove presenta la visione dello Spirito Santo: 

 «Vedo nello Spirito Santo la misericordia di Dio. Essa scolpisce nelle anime le virtù eroiche necessarie all’espiazione e alla propiziazione, per implorare, ringraziare di tutto l’inesprimibile bontà divina nella santissima Trinità. Tutto ciò avviene per ottenere nuove grazie e meriti futuri, per poter già esaltare la misericordia di Dio in eterno»[6].

 In conformità a questo brano, diremmo che tutta la Trinità è causa e principio della misericordia. Questo “scolpire della misericordia nelle anime” è nient’altro che l’azione dinamica dello Spirito. Essa però, è sempre pienamente trinitaria che forma l’unità perenne del donarsi reciproco, pieno e totale delle tre persone divine[7]. Perciò leggiamo in san Giovanni: «Egli prenderà del mio e ve lo annunzierà» (Gv 16,14-15). 

Infine, sorge in Sopoćko una domanda rilevante, su come sarebbe una vita umana senza l’azione dinamica dello Spirito. Infatti, risponde: 

 «Una vita vana, vuota e priva di Spirito Santo non si svilupperà nella vita eterna, come da una ghianda vuota non crescerà una quercia. Per questo motivo già adesso, sulla terra, dovrei condurre una vita progettata per l’eternità, e quindi una vita soprannaturale. Dunque devo pensare e desiderare, soffrire e lottare, gioire e amare secondo i principi della fede»[8]. 

 Una vita umana nell’orizzonte escatologico richiede indubbiamente l’impegno concreto dell’uomo nel modo di vivere, di pensare e amare secondo i principi della fede. Uno di questi principi è la vita secondo misericordia, rivelata in Gesù Cristo e operata dallo Spirito Santo. Egli “soffia” incessantemente nella Chiesa, “nel tempo della misericordia”. Tanto è vero che “il tempo della Chiesa” in Sopoćko, rappresenta “il tempo della misericordia”.  “Questo tempo importante della misericordia” sulla terra è “il tempo dello Spirito Santo - potenza di Dio” che, “soffiando silenziosamente” porta avanti l’opera della salvezza di Dio[9]. «La Chiesa, portando avanti quest’opera salvifica, ha la missione di annunciare instancabilmente la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo dovrebbe raggiungere il cuore e la mente di ogni persona»[10]. Per questo motivo,

 «è giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono. È il tempo del ritorno all’essenziale per farci carico delle debolezze e delle difficoltà dei nostri fratelli. Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza»[11].

 La Chiesa - «Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno. Nel “nostro tempo”, in cui la Chiesa è impegnata nella nuova evangelizzazione, il tema della misericordia esige di essere riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale».[12]  

Don Gregorio - prof. sac. Grzegorz Stanislaw Lydek




[1] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 18.
[2]  Cf. ibidem,  pp. 120-125.
[3] Ibidem, vol. I, p. 97.
[4] Esattamente, «il soffio ultimo dell’esistenza di Gesù, che potremo dire, riassume il soffio di amore misericordioso che ha animato tutto la sua vita, costruisce il segno di quello Spirito che già animava il dinamismo della libertà umana del Salvatore e che in quel compimento della sua vita che à l’ora pasquale della sua morte viene donato-inviato alla Chiesa ed al mondo intero»: M. Bordoni, La cristologia nell’orizzonte dello Spirito, p. 249.
[5] Cf. M. Sopoćko, De misericordia Dei, pp. 11-16, 38-40, 44-45.
[6] M. Sopoćko, La vita religiosa,  p. 3.
[7] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 30. Perfino san Tommaso afferma che: «In Dio c’è amore, l’amore riguarda il bene in generale, posseduto o non posseduto. Perciò l’amore naturale  è il primo atto della volontà e dell’appetito. Per questo tutti gli altri moti dell’appetito suppongono l’amore, quale prima radice. Non si desidera altro, infatti, se non il bene di chi si ama, né si gioisce che del bene amato»: S. Th.,  II, XX, De amore Dei.
[8] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, vol. II, p. 234.
[9] Cf. T. K. Szałkowska, Tajemnica Miłosierdzia, p. 96.
[10] Francesco, Misericordiae Vultus, n. 12.
[11] Ibidem, n. 10.
[12] Ibidem, n. 12.