A margine di un'udienza del processo che si svolge in Delaware ed in cui è chiamato a giustificare il compenso assegnatogli da Tesla (di cui è amministratore) di 56 miliardi di dollari (!!!), Musk ha dichiarato ai giornalisti presenti che prevede di ridurre il suo impegno diretto all'interno di Twitter, azienda per la quale ha in mente di cercare un amministratore per la sua gestione. Finora, tutte le aziende possedute da Musk sono state e sono amministrate da lui, in prima persona.

Musk, successivamente, ha dichiarato in un tweet che continuerà però a guidare Twitter fino a quando la società non sarà in una posizione stabile, anche se "ci vorrà del tempo". Per questo, gli investitori di Tesla sono sempre più preoccupati per le ore  che Musk sta dedicando alla piattaforma.

Dopo aver acquisito Twitter, Musk ha licenziato circa metà dei dipendenti che gestivano il social, ottenendo così di essere citato in giudizio in una class action motivata dal fatto di non aver dato loro un preavviso di 60 giorni, come prevede la legge... a livello federale.

Ma non sarà l'unica azione giudiziaria di questo tipo che Musk dovrà affrontare. Un'altra sarà intentata da Dmitry Borodaenko, licenziato questa settimana quando si è rifiutato di presentarsi al lavoro, in sede.

Borodaenko, che ha una malattia che lo rende vulnerabile al COVID-19, ha chiesto - senza ottenerlo - il permesso di lavorare da casa. Non gli è stato concesso ed è stato licenziato ma, secondo il diretto interessato, in violazione dell'Americans with Disabilities Act (ADA), che richiede ai datori di lavoro di offrire sistemazioni ragionevoli ai dipendenti con disabilità.

Per Borodaenko vi sarebbero molti altri ex dipendenti disabili licenziati da Musk, con il risultato che adesso il tycoon rischia una ulteriore class action da cui dovrà difendersi.