Il partito Fidesz, al governo in Ungheria, ha presentato una proposta di “Legge sulla protezione della sovranità”, destinata a ridurre al silenzio le voci critiche e a scoraggiare le persone e i gruppi della società civile dallo svolgere attività in favore dei diritti umani.La proposta di legge mira a creare una nuova autorità, l’Ufficio per la protezione della sovranità, col compito di indagare su singole persone e organizzazioni considerate una “minaccia alla sovranità nazionale” o coinvolte in attività “tali da influenzare i meccanismi decisionali dell’opinione pubblica” o “la volontà degli elettori”.Il nuovo organismo, che potrebbe contare anche su informazioni dei servizi segreti, avrebbe poteri incontrastati di esaminare e fotocopiare documenti delle organizzazioni non governative, interrogare il loro personale e obbligare i loro dirigenti a comparire dinanzi alla Commissione parlamentare per la sicurezza nazionale.Il testo della proposta di legge, del tutto vago e ampio, è destinato, in caso di approvazione, a essere usato dal governo per prendere di mira chiunque gli si opponga, senza possibilità di ricorso.La proposta di legge contiene anche un emendamento al codice penale che stabilisce pene fino a tre anni di carcere per le organizzazioni e le singole persone che usano finanziamenti dall’estero nelle loro campagne politiche.

Lo ha reso noto Amnesty International. Fidesz è il partito di Viktor Orban. Lo stesso che lo scorso lunedì ha avviato una campagna per le europee 2024 con dei cartelloni pubblicitari che raffigurano Von der Leyen accanto ad Alex Soros, il figlio del finanziere di origine ungherese, accusato dal partito di Orban, tra l'altro, di aver finanziato un piano di sostituzione etnica in Europa

Cartelloni simili che mostravano il predecessore di Von der Leyen, Jean-Claude Juncker, accanto a George Soros furono rimossi dopo che il PPE aveva minacciato di espellere Fidesz  dal proprio gruppo al Parlamento europeo. Due anni dopo i fascisti ungheresi hanno deciso di uscire e adesso sono tra i non iscritti, in attesa di vendersi al miglior offerente nella prossima legislatura.

È anche per questo che la piccola grande statista Giorgia Meloni si descrive come culo e camicia con Orban di cui applaude tutte le politiche... e, di conseguenza, anche la proposta di legge da "minculpop" sopra descritta, che con uno Stato democratico non ha nulla a che vedere.

Per i più distratti, in Europa la "signora" Meloni dice di condividere le politiche liberali dell'Ue e applaude la von der Leyen (che è in cerca di voti da chiunque per ottenere un secondo mandato), mentre allo stesso tempo applaude una democratura, quasi dittatura, come quella ungherese, che vuole prendere a modello per l'Italia, come dimostrano le infinite norme divieto, con tanto di pene assurde, da lei licenziate in solo un anno di legislatura e la legge, ancor più assurda, di riforma costituzionale con cui vuole far votare il premier direttamente dagli italiani, riducendo a poco più di un inutile burattino la carica di presidente della Repubblica, per dar pienamente corpo al piano di rinascita fascista disegnato dal MSI di Michelini prima e auspicato dal MSI di Almirante dopo.