Ecco come la Germania si sta preparando alla guerra
Al vertice di Parigi per il sostegno all’Ucraina il presidente francese Emmanuel Macron aveva sollecitato l'invio di truppe occidentali,
rischiando di provocare un’escalation con la Russia, ed il cancelliere tedesco Scholz si era contrapposto, sostenendo che «è impossibile seguire il comportamento di Francia e Regno Unito» con i loro missili da crociera “Storm Shadow” e scatenando non poche polemiche per aver rivelato che Parigi e Londra hanno già uomini in Ucraina.
In realtà, anche la Germania si sta preparando ad un conflitto.
Già lo scorso ottobre il ministro della Difesa Boris Pistorius ( SPD ) aveva affermato che la Germania doveva prepararsi al rischio di guerra in Europa per "essere in grado di fare la guerra per non dover fare la guerra".
Ed è di ieri la notizia che anche il ministro federale della sanità Karl Lauterbach ( SPD ) ha confermato che "sarebbe sciocco dire che non ci stiamo preparando per un conflitto militare e poi non arriverà. È necessaria una svolta anche per il sistema sanitario" (fonte Neue Osnabrücker Zeitung - NOZ).
Nell'intervista a NOZ , Lauterbach ha precisato che “in caso di crisi, ogni medico, ogni ospedale, ogni autorità sanitaria deve sapere cosa fare. Il nostro sistema sanitario attuale non è sufficientemente preparato per scenari che da tempo consideravamo impensabili”. (link NOZ)
Tra le infrastrutture da prevedere in caso di guerra ha elencato, ad esempio, lo stoccaggio delle scorte di medicinali ed il dispiegamento del personale medico.
Anche Benno Fritzen dell'Associazione dei vigili del fuoco del Nord Reno-Westfalia - intervistato dalla WDR (ndr la Rai2 tedesca) - ha confermato che l'ipotesi è "assolutamente seria e tecnicamente corretta. È sempre stato compito del governo federale proteggere la popolazione in caso di guerra."
Infatti, Lauterbach ha annunciato che è già in corso un confronto con specialisti della Bundeswehr (ndr le forze armate), del Ministero della Difesa e del Ministero degli Interni. (link WDR)
A proposito di Bundeswehr ed a riconferma che la situazione non è quella di Scholz a Parigi, sta facendo scalpore la Taurus Leaks, una videoconferenza tra militari tedeschi in cui si discute dell’ipotesi di attacchi con missili Taurus a lungo raggio contro il ponte di Crimea che collega la penisola di Kerch alla Russia e contro il territorio russo.
Ed a proposito del dossier Taurus Leaks, il ’numero due' del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev non ha mancato di gettare benzina sul fuoco, sottolineando come «i nostri rivali di lunga data, i tedeschi, sono diventati ancora una volta i nostri nemici giurati. Guardate con quanta precisione parlano di colpire il nostro territorio con missili a lungo raggio, di scegliere gli obiettivi da colpire e di come infliggere il massimo danno alla nostra patria».
Il file della videoconferenza è stato diffuso dalla emittente russa RT e anche gli esperti intervistati dal settimanale tedesco Der Spiegel confermano l'autenticità del dossier.
Ulteriore conferma arriva dall'esperto di questioni di difesa della CDU - il principale partito di opposizione - Roderich Kiesewetter, che ha affermato che «sono state sicuramente ascoltate altre conversazioni, che saranno trasmesse in seguito per servire gli interessi della Russia».
Anche il Ministero della Difesa che ha confermato che «stiamo esaminando se le comunicazioni dell’aeronautica militare siano state intercettate, il controspionaggio militare ha adottato tutte le misure necessarie».
Insomma, che piaccia o meno al cancelliere tedesco Scholz, tutto dimostra che la Germania si prepara ad una improvvisa escalation del conflitto con la Russia, finora 'indiretto'.
Intanto, mercoledì 28 febbraio, i deputati locali della Repubblica Moldava della regione separatista della Transnistria hanno formalizzato la richiesta alla Russia di protezione di fronte alle “crescenti pressioni in atto da parte della Moldova nei confronti dei cittadini transnistriani”.
Mentre l'esercito moldavo a stento supera le 5.000 unità in tutto, in Transnistria è presente dalla fine del conflitto separatista del '92 un contingente russo di 1.300 militari, l'Operational Group of Russian Forces (Ogrf), ufficialmente con funzioni di peace keeping, in realtà controllano gli arsenali.
La Transnistria è considerata il buco nero in Europa per riciclaggio e traffico di armi nucleari e l’Istituto interregionale di ricerca sul crimine e la giustizia delle Nazioni Unite tiene da anni sotto osservazione questa regione contesa. (link Sole24ore)