Tiziano Renzi, ovvero il facilitatore ai tempi di Matteo, indagato per il mega appalto Consip
Consip lancia il bando per un appalto da 2,7 miliardi di euro. Una cifra non certo di poco conto. L'appalto è finito al centro di un'inchiesta della magistratura di Napoli per una fuga di notizie su un'indagine che vedeva coinvolti i vertici Consip.
Da quell'indagine, che vede coinvolto anche il neo ministro allo Sport Luca Lotti, è nato un nuovo filone che ipotizza una possibile corruzione da parte di Alfredo Romeo, che dell'appalto Consip si è aggiudicato tre lotti pari a 609 milioni.
In base alle prime indiscrezioni, Alfredo Romeo (proprietario della Romeo Gestioni) avrebbe utilizzato i servigi di Carlo Russo, in quanto amico di Tiziano Renzi (padre dell'ex premier Matteo Renzi), perché quest'ultimo si attivasse presso Luigi Marroni, suo conoscente.
Luigi Marroni è il numero uno di Consip e l'intervento che sarebbe stato chiesto da Russo a Tiziano Renzi sarebbe stato quello di far ottenere un trattamento "di riguardo" con la Consip a favore della Romeo Gestioni, in conseguenza dell'aggiudicazione del famoso appalto.
Naturalmente, la ricostruzione sopra riportata non è ancora ufficiale, come non è detto che se venisse confermata comporterebbe comunque un reato. Per il momento gli inquirenti lo stanno però ipotizzando e, per tale motivo, hanno inviato un avviso di garanzia ai vari protagonisti, e tra questi Tiziano Renzi a cui è stato contestato il reato di traffico di influenze.
Che cosa avrebbe indotto i magistrati ad agire in questo modo? L'intercettazione di alcune conversazioni tra Romeo e Russo ed un pezzo di carta recuperato dalla spazzatura il cui contenuto potrebbe far pensare al pagamento di somme mensili di alcune decine di migliaia di euro a Tiziano Renzi, come compenso di un suo possibile intervento nei confronti di Marroni.
Tutto il resoconto è al momento relativo al solo campo delle ipotesi e alla verifica della magistratura, sul cui operato lo stesso Tiziano Renzi ha detto di avere piena fiducia.
Prima che Matteo Renzi diventasse presidente del Consiglio, nessuno aveva sentito parlare di Tiziano Renzi. Adesso è possibile che, come avviene in Italia, sorgano due correnti... basta dare tempo al tempo.
La prima di queste è che la magistratura, come al solito, si metta ad attaccare il potente di turno perché non gradito, con la strategia degli avvisi di garanzia. Se questi non possono essere recapitati al soggetto dell'attacco, allora si scelgono persone a lui vicine o a lui riconducibili. In questo caso, il babbo.
L'altra ipotesi, invece, è che Tiziano Renzi abbia sempre fatto "affari" e intessuto relazioni, come principale attività. Dopo che il figlio ha cominciato a scalare i vertici del partito e quelli delle istituzioni, gli affari di Tiziano Renzi, da locali, sono diventati nazionali, anche grazie al fatto che i suoi conoscenti, grazie al figlio premier, hanno assunto incarichi in importanti aziende a partecipazione statale.
Siamo nel campo delle ipotesi. Per sapere realmente come stiano realmente i fatti, semmai sarà possibile, bisognerà attendere la conclusione dell'inchiesta ed eventualmente del processo, nel caso si vada a giudizio.