Il 9 maggio 1946 , Umberto di Savoia, principe di Piemonte e luogotenente generale del Regno, promulgava una legge contente un singolo articolo, il seguente:
A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile è dichiarato festa nazionale.
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani, proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate.
Con queste parole, lo stesso giorno, Sandro Pertini proclamava lo sciopero generale a Milano:
«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.»
Insomma, il 25 aprile è la festa per commemorare la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, la fine dell'occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista.
Ma la destra che si definisce conservatrice e non fascista, tale festa non la riconosce e non la celebra.
Tanto per capire di cosa si stia parlando, queste le parole di Giorgia Meloni nel 2015, in relazione al 25 aprile:
"Un altro 25 aprile, un’altra occasione persa. Nessun passo avanti nel tentativo di costruire una memoria storica condivisa, una festa fatta per dividere non per unire. Allora il 25 aprile noi volgiamo lo sguardo ad un’altra ricorrenza: il 24 di maggio. Il giorno in cui ricorre il centesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra. Perché il 24 maggio Fratelli d’Italia sarà su tutto il territorio nazionale, a partire dai prati del Piave. E saremo lì per ricordare quegli italiani che si sono sacrificati perché l’Italia potesse essere libera e sovrana".
Ma si può sapere che senso hanno tali parole?
Una festa per dividere e non per unire? La non fascista Meloni, evidentemente, non si riconosce nel 25 aprile. Ma conosce la non fascista Meloni il significato delle parole? Se il 25 aprile è festa nazionale della liberazione dell'Italia dal nazifascismo, che diavolo c'entra il voler costruire una memoria storica condivisa. E che diavolo dovremmo condividere? L'idea che i fascisti erano persone perbene? Camerati che hanno sbagliato solo perché hanno promulgato le leggi razziali, mentre tutto il resto era da salvare?
Se una che si candida a governare il Paese e non riconosce il 25 aprile come festa nazionale, come Meloni ha ampiamente dimostrato, significa solo due cose.
La prima è che non riconosce la costituzione che dovrebbe tutelare e rispettare, la seconda è che lei non è da definirsi conservatrice, ma semplicemente una simpatizzante fascista, che evita solo di dire e fare quello che parte dei suoi iscritti, simpatizzanti, elettori e dirigenti fanno abitualmente... richiamandosi alle pagliacciate del ventennio.
E che cosa dovrebbe fare di più Giorgia Meloni per esser definita fascista? Forse dovremo attendere che diventi premier per cancellare il 25 aprile come festa nazionale per sostituirla con il 23 marzo?
Crediti immagine: profilo social di Giorgia Meloni