«È rassicurante che la professionalità e la competenza degli operatori della Polizia di Stato si siano confermate anche in occasione dell'arresto, in un centro di permanenza per i rimpatri (cpr) della Sicilia, di un giovane siriano indiziato di appartenere ad una pericolosa organizzazione terroristica internazionale.Questa operazione, infatti, conferma la capacità di svolgere una capillare attività di controllo anche in un momento di particolare pressione migratoria sulle nostre coste.È un episodio che dovrebbe indurre ad una maggiore riflessione da parte di chi sottovaluta gli effetti di una immigrazione che si vorrebbe senza controlli e le sue ripercussioni in termini di sicurezza».

Questo è quanto ha avuto il coraggio di dichiarare venerdì il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

Lo stesso ministro, qualche tempo fa in Parlamento, aveva ricostruito così il controllo delle coste italiane nell'intervento organizzato in relazione all'intercetazione del caicco che poi è naufragato in prossimità di Cutro, causando il decesso di quasi un centinaio di persone: 

"... il Centro situazioni di Varsavia dell'Agenzia Frontex comunica all'International coordination centre di Pratica di Mare e, per conoscenza, al Centro di coordinamento italiano dei soccorsi marittimi, nonché al Centro nazionale di coordinamento l'avvistamento, avvenuto alle 22,26 da parte dell'aereo Frontex Eagle 1, impegnato in un'attività di sorveglianza nello Jonio, di una imbarcazione in buono stato di galleggiabilità, con una persona visibile sopra coperta in acque internazionali, a circa 40 miglia nautiche dalle coste calabresi.Frontex segnalava che l'unità navigava con rotta 296 a velocità di sei nodi. L'assetto aereo, oltre ad aver captato una chiamata satellitare diretta in Turchia ed evidenziato boccaporti aperti in corrispondenza della prua, segnalava una risposta termica dei sensori di bordo e quindi la possibile presenza di persone sottocoperta.Fatta la segnalazione, l'aereo Frontex faceva rientro alla base per l'esigenza di rifornirsi di carburante. Alle 23,37, la Guardia di finanza di Vibo Valentia contatta l'autorità marittima di Reggio Calabria, rappresentando che una sua unità navale - come da pianificazione operativa - era già in mare e che vi sarebbe rimasta fino alle ore 6 per attività di polizia sul caso segnalato.In tale contesto, in base alle relazioni acquisite, il quadro della situazione in possesso della Guardia costiera in quel momento si fondava sui seguenti elementi: innanzitutto la segnalazione Frontex circa l'imbarcazione non rappresentava una situazione di pericolo; in secondo luogo, non c'erano state chiamate di soccorso di nessun genere; in terzo luogo, sullo scenario era presente un'unità navale della Guardia di finanza dedicata all'evento, che avrebbe potuto fornire ulteriori elementi mediante riscontro diretto e che, qualora fosse stato necessario, avrebbe potuto svolgere attività di soccorso quale risorsa concorrente, in linea con le previsioni del Piano search and rescue marittimo nazionale; da ultimo, non erano variate le condizioni meteo marine.Pertanto, a mezzanotte circa l'unità della Guardia di finanza, considerato il tempo stimato in circa sette ore dall'avvistamento da parte dell'aereo Frontex, necessario al caicco per raggiungere le acque territoriali (presupposto, questo, per l'esercizio delle funzioni di polizia), rientra temporaneamente alla base di Crotone per un rabbocco di carburante. Contemporaneamente, oltre al rifornimento, veniva organizzato un nuovo assetto navale rafforzato con un maggiore dislocamento, in grado di poter meglio affrontare le condizioni del mare. ...Alle ore 2,20 circa, da quanto risulta dai rapporti acquisiti, i due assetti navali della Guardia di finanza, la motovedetta rientrata per il rifornimento insieme ad un'altra unità navale di più ampie dimensioni, riprendono la navigazione alla ricerca dell'imbarcazione.Tuttavia, alle ore 3,30 circa, le due unità navali della Guardia di finanza sono costrette a rientrare in porto a causa delle pessime condizioni meteo marine in atto; alle ore 3,48 la Guardia di finanza informa l'autorità marittima di Reggio Calabria del suo rientro, confermando il quadro conoscitivo sopra tratteggiato, che non conteneva ulteriori elementi né riguardo alla posizione né riguardo ad eventuali criticità relative all'imbarcazione. Alle ore 3,50 la stessa sala operativa della Guardia di finanza di Vibo Valentia, mediante la postazione della propria rete radar costiera, acquisisce per la prima volta un target: verosimilmente l'imbarcazione riconducibile a quella segnalata da Frontex. Alle ore 3,55 la sala operativa del comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia contatta le sale operative del Corpo dei comandi provinciali di Catanzaro e di Crotone, nonché quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri di Crotone e Catanzaro, alle quali chiede l'invio di pattuglie nella zona di interesse, specificando altresì che le unità navali della Guardia di finanza non avevano stabilito alcun contatto con il natante e che, a causa delle avverse condizioni del mare, quest'ultimo non poteva essere raggiunto, motivo per cui le loro unità navali erano state costrette a rientrare. ..."

Pertanto, in base a quanto riassunto dal ministro Piantedosi, se invece di migranti ci fossero stati trafficanti di droga o terroristi con un carico di armi, grazie alla sua gestione fantozziana relativa al controllo e alla sicurezza delle coste, i trafficanti di droga o i terroristi avrebbero potuto raggiungere indisturbati le coste italiane... questo perché le forze di sicurezza che lui coordina non conoscono l'esistenza del bollettino del mare o non sanno come interpretarlo, tanto da uscire con dei mezzi navali non adatti ad affrontare delle condizioni di cui già in precedenza avrebbero dovuto ampiamente essere a conoscenza.

E un personaggio del genere adesso ha il coraggio, oltre che l'indecenza, di accusare l'opposizione per la mancanza di controlli e di sicurezza in relazione agli arrivi via mare sulle nostre coste?

È evidente che un personaggio simile non ha il senso della vergogna, oltre che quello della decenza. E non dobbiamo stupircene, visto che ricopre quel ruolo perché voluto da uno che è da sempre privo di entrambi i sensi, Matteo Salvini che, proprio per tale motivo, ha commentato così il "successo" del suo sottoposto:

"Complimenti alle Forze dell'Ordine per l'arresto. Difendere i confini non è un diritto ma un dovere. Grazie al nuovo decreto Immigrazione più controlli, espulsioni e arresti, altro che accoglienza indiscriminata e protezione speciale a raffica, così come voleva la sinistra".
E ci sono degli italiani che si sono pure scomodati per uscire di casa per mettere una croce su una scheda per farsi rappresentare da gente simile gente simile.



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