Il numero degli 84mila guariti da Covid-19 in tutto il mondo ha superato il numero totale di coloro che sono stati contagiati in Cina. Questa è una buona notizia. Purtroppo però, il numero delle vittime nel resto del mondo, senza che i dati al 19 marzo siano ancora del tutto aggiornati, ha superato di due volte quello dei morti in Cina... e di quasi due volte è anche il numero dei contagiati.
Il paese più colpito, per numero di vittime, è l'Italia, seguito da Iran e Spagna. Il Paese degli ayatollah con oltre 18mila contagi ha fatto registrare quasi 1.300 decessi, anche se la popolazione locale - nonostante le rassicurazioni del Governo - pensi che il numero reale sia molto più elevato.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, le autorità locali avrebbero assunto nuovo personale per scavare tombe, in base a quanto affermato da un dirigente del cimitero Behesht-e Zahra di Teheran: "Lavoriamo giorno e notte. Non ho mai visto una situazione così triste. Non ci sono funerali", aggiungendo che la maggior parte dei cadaveri arriva in camion e viene seppellita senza neppure che sia sottoposta al lavaggio rituale imposto dal culto islamico.
E sempre secondo la Reuters, che stavolta riferisce le parole di un membro del personale dell'ospedale di Kashan, una città a circa tre ore di auto da Teheran, i decessi per Covid-19 vengono registrati come infarti o infezioni polmonari: "I funzionari mentono sul bilancio delle vittime. Ho visto dozzine di cadaveri negli ultimi giorni, ma ci hanno detto di non parlarne".
Questo è ormai il leit motiv di questi giorni e dei prossimi a venire che non risparmia alcun Paese e non fa distinzione tra vip e persone comuni... il SARS-CoV-2, sotto questo aspetto, è un virus democratico.
Tra i personaggi famosi registriamo il principe Alberto di Monaco, che però non è tra coloro che hanno necessità di particolari attenzioni mediche.
E contagiato è risultato anche Michel Barnier, capo negoziatore dell'Unione europea per la Brexit, i cui nuovi accordi con l'Ue dovrebbero essere discussi e approvati entro l'anno. Una cosa quasi impossibile in una situazione normale, figuriamoci adesso!
Ma secondo il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, un accordo commerciale con l'Ue può ancora essere definito nei tempi stabiliti, entro dicembre 2020. Nel frattempo, però i colloqui che avrebbero dovuto tenersi questa settimana sono stati sospesi a causa della pandemia.
E oltre alle indecisioni della Gran Bretagna su come affrontare l'emergenza, con le dichiarazioni del premier Johnson che hanno messo in totale confusione i sudditi di sua Maestà, ci sono da registrare anche quelle degli Stati Uniti, con il coronavirus che giorno dopo giorno sta sgretolando l'immagine di Trump, svelandone quella reale del pagliaccio travestito da statista.
Per non rimanere coinvolto dall'emergenza coronavirus, Trump dapprima l'ha liquidata come problema che non avrebbe riguardato gli Stati Uniti, poi l'ha affidata al suo vice Pence ed infine ne sta scaricando la gestione sui singoli Stati le cui autorità, ovviamente, agiranno non di concerto, ma in base alla loro convenienza. In questo modo, gli Usa stanno preparando un'autostrada alla propagazione del contagio.
Trump, con un'azione di "distrazione" di massa, gestisce l'emergenza indicando cifre a sostegno dell'economia e parlando di test in arrivo o disponibili a breve, come se tutto ciò dovesse ostacolare il contagio, ma senza dare indicazioni sull'assistenza ai malati, che negli Usa viene fornita solo a chi ha un'assicurazione, ma solo se una determinata patologia è inclusa nella polizza!
Ma negli Usa di Trump c'è anche chi sorride. Chi sono? Quelli che producono e quelli che commercializzano armi. I primi stanno facendo fatturati record e le loro azioni sono in ascesa nonostante la crisi (ad esempio American Outdoor Brands Corporation e Sturm Ruger), mentre i secondi registrano file di persone in attesa di acquistare un'arma da fuoco, la vera risposta degli americani alle crisi finanziarie e alle pandemie.