In Italia dove più del 90 per cento della popolazione è battezzato e si definisce cristiano, si assiste ad un curioso fenomeno.

Si dice che gli italiani siano un popolo di poeti, santi e navigatori, poi si sono aggiunti i commissari tecnici, ma pochi si sono accorti che in prevalenza gli italiani sono un popolo di teologi.

Provate a chiedere a qualche italiano se è d' accordo con la predicazione della Chiesa o più semplicemente se crede in Dio.

La maggior parte risponderà: Sì... Ma...

E dietro quel "ma" fiocca la serie di esclusioni e/o precisazioni che variano da individuo ad individuo e che di rado trovano la loro fonte in riflessioni filosofiche o religiose, ma in prevalenza la pescano nei gusti dell'intervistato e nelle sue situazioni familiari e anche sanitarie.

In pratica, gli italiani si dichiarano d'accordo con la fede e la chiesa ma non su questo, non su quello o su quell'altro... il tutto declinato in milioni di posizioni differenti.

La tendenza è quella di costruirsi una "dottrina" ritagliata su misura in base alle proprie personali esigenze.

Tipico esempio sono le coppie di conviventi o di sposati solo civilmente, i quali a contrarre matrimonio "religioso" non ci pensano nemmeno, ma poi si premurano di battezzare i figli comunicarli e cresimarli perché non si può rinunciare alla consuetudine, e poi i nonni ci rimarrebbero male e chissà cosa direbbero i vicini di casa e magari non si potrebbero mandare a scuola dalla suore che sono tanto vicine e il pargolo ci si potrebbe portare comodamente dato che la scuola "è di strada" per andare al lavoro.

Altre  "posizioni" gettonate riguardano il disaccordo sulla proibizione di controllare le nascite, l'indissolubilità del matrimonio, il celibato dei preti, l'esclusione della donna dal ministero religioso, l'interpretazione dell'accanimento terapeutico e via elencando... dimenticando che la Chiesa ai suoi seguaci impone un "pacchetto" che va preso nella sua interezza, e non un pezzo qua e uno là, praticamente sfogliando la margherita: questo sì, questo no, questo sì, questo no,  ecc.

Per poi arrivare all'immancabile critica sul comportamento dei singoli preti e dello stesso Vaticano (soprattutto in relazione alla pedofilia), figure delle quali sono in troppi alla fine a non fidarsi; mancanza di fiducia espressa esplicitamente oppure inconsapevolmente ma di fatto, tramite tutte le esclusioni cui si accennava sopra.

Per cui il singolare risultato cui si perviene è che la maggior parte dei fedeli crede, e quindi presta "fede" a quanto viene raccontato da personaggi ritenuti dagli stessi, parzialmente, scarsamente o per niente, "degni di fiducia"!