Venerdì, in una dichiarazione pubblica, la leader dell'opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya, dal suo esilio in Lituania, ha esortato i sostenitori a intensificare le manifestazioni in Bielorussia e ha accusato Lukashenko di aver vinto in maniera fraudolenta le elezioni del 9 agosto che devono essere ripetute... evitando i brogli.
Ma Lukashenko, dopo aver fatto ricorso a violenze e torture, adesso ha adottato la strategia del ricatto, minacciando le persone impiegate nelle aziende di Stato che se sciopereranno per prender parte alle manifestazioni perderanno il posto di lavoro.
La Tikhanovskaya, da parte sua, ha chiesto ai bielorussi di continuare a scioperare in maniera sempre più massiccia, senza cedere alle intimidazioni, dimostrando che il popolo bielorusso non vuole più accettare di essere governato da Lukashenko.
L'arroganza del dittatore bielorusso nel voler ignorare la protesta sarebbe dovuta al fatto di aver ricevuto garanzie dalla Russia di Putin. Del resto l'Ue intenderebbe applicare sanzioni anche alla Bielorussia, come ha fatto con Putin in seguito alla questione ucraina. Dalle ultime notizie che arrivano da Mosca, però, l'appoggio di Putin a Lukashenko si sarebbe molto affievolito. Dopo che la situazione in Bielorussia è stata discussa nell'odierna riunione del Consiglio di sicurezza russo, ha auspicato l'avvio di un dialogo con gli oppositori per risolvere la crisi politica in atto.