Al di là delle polemiche sull’obbligatorietà di vaccinarsi o meno rimane il problema fondamentale della diffusione del virus. L’obiettivo primario nel caso del SARS COV 2 rimane quello di impedirgli di diffondersi, si pensava che i vari vaccini potessero essere efficaci da questo punto di vista, invece stranamente sono diventati, indirettamente, un possibile pericolosissimo veicolo di diffusione per il fatto che le vaccinazioni hanno sì il pregio di ridurre gli effetti deleteri del virus sull’organismo colpito, ma non lo immunizzano dal contagio e dal contagiare.  A dirla tutta: il “pericolo” finisce per essere costituito non tanto dall'esiguo numero dei No Vax, ma da quello più numeroso di quei vaccinati che vanno in giro “senza prendere precauzioni”: il Green Pass certifica che il suo portatore è vaccinato, ma non esclude che lo stesso possa divenire un pericoloso “portatore sano” del virus.

In buona sostanza il Green Pass potrebbe essere un lasciapassare per la diffusione del virus con l’aggravante che questi viene ospitato da un organismo trattato con vaccino.

Pertanto con il solo vaccino non si arriverà mai ad una immunità di gregge, anche perché una parte della popolazione ne è attualmente esclusa. L’obiettivo primario da raggiungere prima possibile è quello di troncare la diffusione per contagio, altrimenti si produrranno inevitabilmente delle mutazioni.

Alla vaccinazione, quindi, vanno associate tutte le precauzioni adottate finora: indossare le mascherine FFP2 certificate; distanziamento; lavaggio delle mani; sanificazione degli ambienti e dell’abbigliamento; effettuare tamponi.

C’è da considerare che allo scoppiare della pandemia sono stati adottati da troppi individui comportamenti irresponsabili che hanno determinato la morte di molti soggetti a rischio; nonostante i provvedimenti presi dal governo, soprattutto al nord, la maggior parte non rinunciava a tenere aperte le imprese, al rito sacro degli aperitivi, alle scorribande dei fine settimana, agli assembramenti, ai trucchetti dei “furbetti del quartierino” per aggirare le restrizioni inoltre non sono mancati i difensori delle libertà costituzionali a fomentare comportamenti contrari al buon senso per mettere ancor di più in difficoltà un governo che, di giorno in giorno, veniva a conoscenza della gravità della situazione.  

Non bisogna dimenticare che l’Italia è stato il primo paese europeo ad essere colpito dalla pandemia, in maniera grave e in particolar modo nel settentrione.  Chi ha dimenticato lo spot francese con il pizzaiolo italiano malato che diffondeva il virus sputacchiando sulla pizza? Ci hanno messo un paio di mesi prima di realizzare che il problema non era solo nostro!

Il comportamento scriteriato adottato dagli abitanti delle aree del nord soprattutto le più colpite  –  Lombardia e Veneto - ha determinato la diffusione del virus nel resto del territorio nazionale, un comportamento responsabile  avrebbe potuto evitare  il disastro infatti resa pubblica la situazione e le conseguenti misure restrittive vi fu il grande esodo verso le seconde case o i luoghi di origine.

I “sacerdoti del PIL” incuranti della gravità della situazione hanno continuato a tenere aperte le loro imprese facendo dilagare il terribile morbo, è indimenticabile la voce di una donna che si è levata fuori dalla procura di Milano contro Fontana & C.:” Ci avete mandato al massacro per tenere aperte le vostre imprese” quella voce ha pronunciato dignitosamente la condanna morale ad una classe dirigente fallita.

Ancor oggi, molto viene sacrificato al profitto: dopo aver usufruito degli aiuti di stato molte imprese stanno chiudendo, continuano a delocalizzare e, quelle che restano offrono un lavoro precario, senza futuro. Il Recovery Fund ottenuto dall'ex premier Conte da un'UE per nulla disponibile, lottando come un leone per tutelare gli interessi di tutti gli italiani è finito nelle solite tasche: imprenditoria del nord, banche, finanziarie, progetti privi di utilità addirittura il governo dei migliori ha regalato 50 milioni all'Eurolink & C. per finanziare lo studio di un preesistente progetto definitivo del ponte sullo Stretto elaborato da società di ingegneria specializzate estere che avevano definito il progetto preliminare già redatto dalla società concessionaria e che era stato approvato dalla stessa il 29 luglio 2011. Con la messa in liquidazione della società concessionaria, il progetto è decaduto ma uno scherzetto del genere era costato miliardi di euro ai cittadini italiani. E la farsa continua!

La grande impresa assorbe la quasi totalità delle risorse collettive e allo stesso tempo smantella i suoi impianti e chi ne fa le spese sono  le piccole e medie imprese che possono contare su esigui aiuti ma costituiscono la parte buona e sana del Paese che sopporta il costo sociale, paga le imposte, produce: è la vera spina dorsale economica dell’Italia e viene trattata come la Cenerentola della famiglia.

La pandemia ha portato in luce situazioni scandalose di sciacallaggio, l’orrore dei morti nelle RSA provocati dai ricoveri di persone esterne infette e tante altre brutte storie che sono già cadute nei “dimenticatoi” delle varie procure italiane.  Tutto scorre veloce l’importante riprendere le vecchie abitudini senza accorgersi che tutto è cambiato…. in peggio!