Il terremoto di magnitudo 4.2 delle ore 7:24 del 28 settembre, localizzato in mare, non poteva non destare un qualche allarme, perché è stato registrato al largo di Palmi, che si trova non distante da Messina e Reggio Calabria, una zona dove si sono registrati alcuni degli eventi sismici tra i più disastrosi mai avvenuti in Italia.

La scossa del 5 febbraio 1783 fu la prima di 5 scosse fortissime che sconvolsero la Calabria fino al 28 marzo dello stesso anno. Le scosse più violente colpirono il 5 e 6 febbraio la Calabria meridionale, l’Aspromonte e l'area dello Stretto di Messina, poi quelle del 7 febbraio, 1 e 28 marzo l'area compresa tra il golfo di Sant'Eufemia e il golfo di Squillace. Le scosse del 5 e 6 febbraio causarono anche uno "tsunami" con onde alte fino ad 8 metri, che investirono il tratto di mare compreso tra Scilla e Bagnara Calabra, travolgendo le imbarcazioni e le persone che a causa del terremoto si erano accampate sulla spiaggia.

Quei terremoti causarono, nel complesso, 30mila vittime e 182 furono i centri abitati - tra questi Reggio Calabria, Messina, Mileto, Palmi - completamente rasi al suolo. Alcuni paesi furono abbandonati e ricostruiti in località diverse.

Dopo un secolo, un singolo terremoto, il 16 novembre 1894, un po' meno violento rispetto alla volta precedente colpì Palmi e soprattutto le località del circondario, causando anche un violento maremoto che interessò perfino le coste campane. Il 28 dicembre 1908, poi, vi fu anche il terremoto di Messina che, anche in quel caso, provocò uno tsunami.

Quindi, il fatto che dal 25 settembre in quell'area siano stati registrati 7 eventi sismici seppure di magnitudo ML tra 2 e 3, non può non destare una certa preoccupazione.

Allarmismo? No. È la semplice constatazione che l'Italia non pare avere una memoria storica per certi avvenimenti. La gente così dimentica di vivere in un paese sismico, finché non gli viene ricordato dalle conseguenze drammatiche del terremoto. In fondo, questo è quanto accaduto, nuovamente, pochi anni fa. E dopo la distruzione si pensa alla prevenzione, interrogandosi su cosa si sarebbe dovuto fare e non si è fatto... e si continua a non fare.