Quali politiche per la sicurezza energetica del Continente? Un seminario di Alternativa Europea
Il 24 gennaio si è tenuto a Roma il seminario “Quali politiche per la sicurezza energetica del Continente?” organizzato da Alternativa Europea, un network di professionisti e studiosi di settori pubblici e privati interessati all’Unione Europea e presieduto da Olimpia Troili (foto in alto di Carlo Marino)
Sono intervenuti on line Patrizia Toia, Vicepresidente della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento Europeo e Gaetano Massara già AD della General Electric per il Sud-Est Europa.
In presenza, invece è intervenuto Edoardo De Luca, Responsabile Affari Legali e Istituzionali di Elettricità Futura e Michele Governatori del Think Tank Energy Programme Lead Ecco. I lavori sono stati moderati da Michele Masulli, Direttore Area Energia I-Com.
Il problema dell’energia e l’incapacità delle società occidentali di liberarsi della dipendenza da paesi come la Russia sta presentando i suoi costi sempre più alti attraverso l’aumento dei carburanti dovuto oggi alla guerra in Ucraina. Si rende sempre più impellente, per la sopravvivenza stessa dell’Europa, l’utilizzo di nuove tecnologie e di un mercato europeo in grado di competere come acquirente unico sul mercato mondiale delle fonti energetiche: purtroppo, il gas continua ad avere un ruolo fondamentale nella produzione di elettricità e costituisce la seconda voce energetica dopo il petrolio. Tra settembre e ottobre 2022 sono stati spesi 600 miliardi di Euro in Europa di cui 250 miliardi sono stati spesi dalla Germania per poter mettere in sicurezza il paese per l’inverno. Patrizia TOIA Vicepresidente. ITRE. Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia ha ribadito il concetto di “Unione dell’energia”, che dovrebbe costituire un altro degli aspetti fondamentali dell’UE così come c’è stata l’Unione monetaria.
Infatti, se si continuano a portare avanti politiche parziali di approvvigionamento di fonti energetiche i risultati che si raggiungono possono essere insufficienti per raggiungere i risultati di approvvigionamento desiderati dai singoli Stati, mentre è opportuno che gli obiettivi del Green Deal siano attuati al meglio. Per fare ciò ci sarebbe bisogno, per esempio, di un fondo sovrano o di uno strumento che metta gli Stati in grado di acquistare energia in maniera congiunta.
Un Fondo Sovrano che, attraverso titoli europei garantiti, potesse acquistare o produrre energia costituirebbe il vero salto di qualità. Gli acquisti comuni aiutano ad andare sui mercati mondiali con azioni più importanti (oggi almeno il 15% del gas deve essere ottenuto attraverso acquisti comuni). Il destino dell’Europa è stata sempre l’energia fin dal tempo della CECA e REPowerEU, il piano della Commissione europea per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, alla luce dell'invasione russa dell'Ucraina (l'85% degli europei ritiene che l'UE dovrebbe ridurre al più presto la sua dipendenza dal gas e dal petrolio russi per sostenere l'Ucraina) è il progetto cardine per diversificare le fonti di approvvigionamento e risparmiare energia.
Dal 40% di dipendenza dal gas russo si è già scesi al 9. L’energia incide sui prezzi di produzione facendo incrementare tutti i fattori di produzione che, tra il 2020 e il 2022, sono aumentati del 150 %. È iniziato un “super ciclo delle materie prime”: un periodo decennale di rialzi delle stesse che avrà influenza sull’economia, sul lavoro e sulla vita dei cittadini. Il caro prezzi trova le sue cause in uno squilibrio tra domanda e offerta energetica.
L’Unione Europea e i suoi leader devono assolutamente risolvere il trilemma energetico definibile come l’ottimizzazione di tre dimensioni fondamentali: la sicurezza energetica, l’equità energetica, e la sostenibilità ambientale.