Il distratto Matteo Renzi, questo mercoledì nella sua solita enews, commenta così il presunto successo dell'evento alla ex stazione Leopolda da lui organizzato lo scorso fine settimana:

"A proposito di Leopolda. Il fatto che sia stata un successo oltre le aspettative ha innervosito molti che avevano scommesso sulla nostra scomparsa. Capita spesso che ci sia gente che scommette sul nostro fallimento e ci dà per finiti, salvo poi leccarsi le ferite per mesi. La Leopolda ha restituito anche plasticamente l’immagine di un popolo che non si accontenta della realtà virtuale dei sondaggi ma si ritrova in carne e ossa a seminare speranza, insieme. Già, perché tanta gente parla della Leopolda senza esserci mai venuto. C’è anche chi ironizza sulla Leopolda, dopo aver fatto carte false per parlare dal palco quando la Leopolda era la manifestazione di persone che avevano potere. Capita di incrociare persone così. Ma la verità è che salire su quel palco oggi è più bello di qualche anno fa e la Leopolda 11 è stata un bellissimo appuntamento per chi vuole ascoltare, capire, dialogare. Tutti gli interventi della Leopolda sono sul mio canale di YouTube: per chi è interessato suggerisco di dare uno sguardo e iscriversi al canale. E di ascoltare la qualità degli interventi prima di giudicare con superficialità".

Il distratto, per l'appunto, Matteo Renzi si è però dimenticato di spiegare chi dovrebbero essere i partiti che costituiranno il suo fantomatico centro, dopo che ieri Carlo Calenda, fondatore e leader di Azione il cui partito vale due volte quello di Renzi, ha detto senza mezzi termini di non essere interessato neppure a discutere della proposta avanzata domenica dal leader di Italia Viva.

Che cosa ha detto Calenda? Questo...

Proposte, persone e comportamenti ci definiscono a sufficienza. I voti non arriveranno dalla somma di sigle parlamentari ma dal lavoro serio e profondo che stiamo portando avanti da due anni.Renzi+Toti+Brugnaro+DellaVedova+Micciché? Massimo rispetto. Ma non è la nostra strada. L’unica politica conosciuta da media e parlamentari è topografica. Centro, destra, sinistra, separati da trincee che spariscono dopo le elezioni. Non abbiamo fondato Azione per partecipare a questo noioso gioco di società che allontana i cittadini e li trasforma in tifosi.Azione  non è nata per partecipare a un “grande centro” di tutti ma per diventare una vera forza riformista, che porti avanti il modo di governare di Draghi. I voti si conquistano lavorando seriamente, non sommando le sigle parlamentari.Il punto politico è altro. Vi siete alleati in 22 comuni con i 5S e strillate dal palco “mai con i 5S”. Volete fare “Renew Italia” andando con Micciche’ in Sicilia. Parlate come piccoli Obama, ma non avete nulla da dire sul vostro capo [Renzi, ndr.] che va, pagato, a incensare un dittatore [bin Salman, ndr].Giustificare incoerenze, giravolte e comportamenti eticamente inaccettabili con la fede cieca nella superiorità del capo, non è politica. E soprattutto non è la politica che interessa noi. Buon viaggio.

Alle parole di Calenda, che paiono quelle di un "5 Stelle qualunque" Renzi non ha risposto, lasciando il compito ad un suo sottoposto, l'ex Rifondazione Comunista (sic!) Gennaro Migliore. 

Diventato un centrista doc, l'ex bertinottiano Migliore si è detto stupito delle parole di Calenda, con questa dichiarazione:

"Non ricordo questi toni di Carlo Calenda... quando i voti dei candidati di Italia Viva hanno consentito alla lista che portava il suo nome di essere la prima di Roma. Tuttavia non mi interessa metterla sul piano personale, a differenza sua. Mi interessano i valori, i temi e le proposte che spesso condividiamo e che sarebbe assurdo vedere divisi alle prossime elezioni".
Calenda, però, risponde anche a lui, riportandolo sulla Terra:

"Gennaro, quello che ho detto, nel bene e nel male, è rimasto sempre uguale. I candidati a cui fai riferimento hanno preso 3.000 voti su 220.000 e dalla mattina dopo avete raccontato che il risultato di Roma era merito vostro. Ma questo è un punto di comportamento non di sostanza".

E Matteo Renzi, adesso, si lamenta che tutti non lo prendano più sul serio, perché si sono finalmente accorti di ciò che era già noto da tempo, il fatto cioè che lui sia solo il rappresentante di se stesso!