"Resta ferma la nostra intenzione di non speculare, ma le prime dichiarazioni del governo italiano, per bocca della presidente Meloni e del ministro dell'Interno Piantedosi sono poco più di un triste scaricabarile. Serve una risposta a queste tragedie, che sia simile a quella data qualche anno fa da Mare Nostrum, unico meccanismo istituzionale che ha previsto il mandato di soccorso in mare. Anche così, però, non è detto che si riducano a zero i morti, le tragedie in mare, i viaggi della morte. Le lacrime di coccodrillo con risposte superficiali e offensive non servono. Serve un cambio di passo, ammettere gli errori e capire che occorre ripartire in maniera completamente diversa".
Così, in una conferenza stampa di questa mattina si è espresso Marco Bertotto, direttore dei programmi di Medici Senza Frontiere. Ancor meno diplomatiche le parole di Juan Matias Gil, capomissione di MSF:
"Questo è quello che accade in mare con il decreto Piantedosi, sono le conseguenze del decreto".
E sulle responsabilità del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, in relazione ad un mancato soccorso in aiuto del barcone affondato ieri davanti alle coste della Calabria, alla trasmissione L'Arena si è espresso in questi termini Orlando Amodeo, medico soccorritore ed ex funzionario di Polizia:
"Una tragedia è una cosa inevitabile. Penso invece che oggi forse la tragedia si sia quasi voluta. Mi dispiace dire questo, però è così. Se io so da ieri che una nave è in difficoltà, io vado incontro a quella nave. Perché non si è fatto? Noi abbiamo imbarcazioni che tranquillamente riescono ad affrontare il mare con forza 6-7. In passato lo abbiamo fatto. Io c’ero stamattina, io ho visto il mare. Non voglio innescare polemiche, ma faccio soccorsi in mare da 30 anni, e quindi conosco l’argomento. ...Nel saccottino KR14 c’era una bambina di 9 anni. Vi posso garantire che se quella bambina fosse stata figlia di chi ci governa in Italia, in Europa e nel mondo, anche col mare a forza 21 sarebbe stata soccorsa. Oggi ho visto l’umanità che si aggrappa a qualunque cosa per sopravvivere. Sentir parlare di carico residuo mi fa molto male".
Ed ecco cosa anche oggi ha avuto il coraggio di dichiarare il sottoposto voluto da Matteo Salvini al Viminale, nell'incontro organizzato presso la prefettura di Crotone:
"Una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare. Mi chiedo come sia possibile che vengano organizzate traversate di questo tipo, spingendosi fino al punto di coinvolgere donne e bambini in traversate che si rivelano tragicamente pericolose".
Poi, per cercare di dimostrare che a lui interessi qualcosa della vita di quei disgraziati che lui quotidianamente mette a rischio con il suo decreto omicida, ha visitato il luogo della tragedia e la camera ardente che accoglie le vittime al momento recuperate.
Tanta è l'iposrisia di questo soggetto, come del governo di cui fa parte e della stampa becera che lo supporta, che persino Calenda ha trovato motivo per indignarsi:
"Parole indegne dette con una prosopopea insopportabile".