Cimarosa e la leggerezza della morte
La storia della "Missa pro defunctis"
Rc Record Classic Label, Naxos, e Artaria Editions Limited continuano, a grandi passi, lo sviluppo del grandioso progetto "Cimarosa Rediscovered", dedicato alla riscoperta della produzione musicale di uno fra i più celebrati e importanti compositori italiani della fine del Settecento, Domenico Cimarosa (Aversa 1749 - Venezia 1801). Qualche mese fa, a giugno, è uscita nel mercato discografico una nuova release di uno dei maggiori capolavori di musica sacra di tutto il Settecento, la "Missa pro defunctis", composta dal musicista aversano per il funerale di Maria Adelaide di Camerano, Duchessa di Serracapriola, moglie di Antonino Maresca, Duca di Serracapriola, ministro in Russia per incarico di Ferdinando IV di Borbone, re del Regno di Napoli. Fu proprio lo stesso influentissimo marchese a sollecitare l'assunzione presso la corte di Caterina II di Russia del giovane, ma già affermatissimo, Cimarosa come Compositore e Maestro di Musica della Real Camera, incarico che il musicista detenne dal 1787 fino al 1793. Appena giunto San Pietroburgo, Cimarosa fu incaricato, appunto, di comporre in fretta e furia una Messa da Requiem per l'improvvisa morte della moglie del suo protettore. L'esecuzione avvenne in occasione delle solenni esequie della Duchessa svoltesi a San Pietroburgo nella chiesa cattolica di Santa Caterina il 12 dicembre 1787. Pur di rara esecuzione in tempi moderni, la "Missa pro defunctis" è uno dei pochissimi esempi di messa da Requiem (secondo per frequenza d'esecuzione e gradimento del pubblico, solo all'omonima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart) rimasti nel repertorio anche nel corso dell'Ottocento.
La release di Rc Record Classic Label
La release discografica offre un'esecuzione, come si dice in termini tecnici, storicamente informata poiché si avvale dell'orchestra barocca Harmoniae Templum Chamber Orchestra di Londra e di una serie di interpreti vocali esperti nella prassi esecutiva dell'epoca. Il risultato finale è davvero di alto livello: le voci degli interpreti sono sempre perfettamente in linea con le strutture melodiche create da Cimarosa, mentre perfetta e assolutamente assimilata la tecnica delle variazioni sui "Da Capo"; timbri cristallini, dizione latina assolutamente chiara e comprensibile al solo ascolto, senza l'ausilio del libretto, voci sempre agili ed espressive. L'orchestra, da par suo, segue e valorizza ancor di più le compagini vocali, assicurando sempre un'esecuzione brillante, nei tempi più stretti, cautamente riflessiva in quelli maggiormente tranquilli e riflessivi. Cimarosa, in più, sembra offrirci una lettura del complesso concetto di morte secondo un tradizionale impianto estetico e intellettuale di fine Settecento, di cui il maestro fu uno dei massimi esponenti: il suo "Requiem" ci appare come una sorta di riflessione sulla morte e sulla sua ineluttabilità, concepita e presa con tolleranza, spirito di rassegnazione, ma anche di intima serenità. Fa molto bene allo spirito ascoltare il "Requeim" di Cimarosa, perchè ci dona la possibilità di riflettere sulla trascendenza, oltre che di godere di una musica che ha nella sua regolarità formale e strutturale il suo punto di forza. L'edizione discografica è infine diretta da Simone Perugini direttore d'orchestra e musicologo, curatore anche dell'edizione critica della partitura, e che è ormai considerato, date le sue numerose pubblicazioni e registrazioni discografiche, uno dei massimi esperti di Domenico Cimarosa. La sua interpretazione segue fedelmente, nell'intimo, lo spirito della partitura cimarosiana, riuscendo a scavare profondamente in ogni più peccolo segno in essa riposto. Tutto canta nella direzione di Perugini: anche gli strumenti più nascosti e, per così dire, negletti, dell'orchestra cantano e vengono risaltati grazie alla ricerca di un'espressività timbrica che sembra rendere tutti protagonisti all'interno, comunque, di un complesso organismo.
(© 2017 - Roberto Ghislanzoni - ClassicMusicTop)