Matteo Renzi ha aperto l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico con un discorso che doveva essere un'analisi della sconfitta al referendum del 4 dicembre e doveva dare delle indicazioni al Partito sulle prossime mosse: linea politica, elezione del segretario, legge lettorale, elezioni.
Alla fine del discorso tutti in piedi ad applaudire Renzi ma, al di là delle solite frasi ad effetto, non si è capito per cosa i mille delegati giunti a Roma lo abbiano applaudito.
Renzi ha ammesso la sconfitta elettorale che però - in base alla sua analisi - non è avvenuta sul merito del referendum, che è stato invece di natura politica e lui ha avuto la colpa di non averlo capito. Ma non ha detto che il significato politico al referendum lo aveva dato lui affermando che, in caso di sconfitta, si sarebbe dimesso da tutte le cartiche abbandonando la vita pubblica!
Inoltre, se il refrendum ha avuto un significato politico, significa che gli elettori hanno giudicato negativemente il suo governo ed i suoi provvedimenti. Matteo Renzi ha esaltato i suoi mille giorni di Governo dicendo, in pratica, che di meglio non si poteva fare!
Ma allora perché gli elettori lo hanno bocciato politicamente? Questo Renzi non lo ha spiegato e non è riuscito a spiegarlo. In compenso ha dichiarato che «le riforme fatte dal nostro governo finora, dalla legge sulle unioni civili a quella sullo spreco alimentare, segnano la grandezza del Partito Democratico. Nei mille giorni di governo abbiamo rimesso in moto il Paese, questo lo diciamo per dovere di verità a chiarezza.»
Che lui ne sia convinto è un fatto, ma se gli elettori che lo hanno votato politicamente non lo pensano, non significa forse che le riforme fatte non siano state poi così tanto buone? A Renzi questo dubbio non è venuto.
Quindi, la linea del partito sarà la stessa ed aumenterà come è facile prevedere la confusione già vista negli ultimi mesi, sia nel PD che nel Governo sostenuto dal PD.
Per il resto, Renzi ha detto che il Congresso del partito sarà fatto nei tempi stabiliti (fine 2017), ma ha anche aggiunto di non sapere quando si andrà a votare. Evidentemente pensa di candidarsi a premier senza prima farsi rieleggere come segretario, rimanendo all carfica del partito.
L'unica proposta concreta, va detto, è stata quella sulla legge elettorale con la riproposizione del Mattarellum, per evitare il proporzionale puro.
Il discorso, poi, è stato infarcito di battute contro il Movimento 5 Stelle, dimostrando che per Renzi i renziani è oramai diventato una specie di incubo. Ma quel che Renzi non riesce a comprendere è che non è il Movimento 5 Stelle a causare la perdita di consensi nel PD, quanto l'incapacità dell'attuale PD di (saper o voler) parlare ad un elettorato che prima costituiva una larga fetta del suo bacino elettorale.
Ma Renzi non solo questo non lo ha detto, ma ha dato pure l'impressione di non averlo neppure capito.