La CGIA di Mestre ha calcolato la pressione fiscale reale in Italia ridefinendo il rapporto tra entrate fiscali e Prodotto Interno Lordo, senza tener conto della componente generata dall'economia sommersa e dalle attività illegali (traffico di droga, prostituzione e contrabbando di sigarette) pari a circa 211 miliardi di euro.

In tal modo la pressione fiscale reale risultante, senza la metodologia dei conti pubblici SEC2010, non è più del 43,7%  ma del 50,2%.

Quindi, se uno non è un delinquente o non si comporta da delinquente sarà costretto a pagare molte più tasse di quanto ufficialmente venga riconosciuto. Al di là delle questioni etiche, è piuttosto difficile, in condizioni simili, sperare in un rilancio dell'economia.