"Ante la noticia del cruel atentado terrorista que ha sembrado de muerte y dolor la rambla de Barcelona, el papa Francisco desea expresar su más profundo pesar por las víctimas que han perdido la vida en una acción tan inhumana y ofrece sufragios por su eterno descanso. En estos momentos de tristeza y dolor, quiere hacer llegar también su apoyo y cercanía a los numerosos heridos, a sus familias y a toda la sociedad catalana y española.

El santo padre condena una vez más la violencia ciega, que es una ofensa gravísima al creador, y eleva su oración al altísimo para que nos ayude a seguir trabajando con determinación por la paz y la concordia en el mundo.

Con estos deseos, su santidad invoca sobre todas las víctimas, sus familiares, y el querido pueblo español la bendición apostólica."

Quello sopra riportato è il telegramma di cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico di Barcellona inviato dal segretario di Stato Pietro Parolin, a nome di papa Francesco, all’arcivescovo di Barcellona Juan José Omella. E sarà lo stesso arcivescovo di Barcellona a celebrare domenica mattina, nella basilica della Sagrada Familia, una messa in cinque lingue (tra cui l’italiano) in suffragio delle vittime.

Il cardinale Omella, in merito a quanto avvenuto, ha detto che: «Un attentato come quello sulle Ramblas, nel cuore della nostra città, ci lascia un interrogativo: perché?

Ogni atto terroristico è senza motivo, e tanto meno ha motivo che simili atti siano compiuti nel nome di una religione, in nome di Allah: perché sappiamo che Dio, Allah è misericordia, perché Dio è Dio della pace e della misericordia, e religione vuol dire cammino di fraternità e di costruzione di pace, non di morte e distruzione.

Una cosa è essere musulmani, fedeli discepoli di Allah, altra cosa è essere terroristi. Bisogna distinguere. Il terrorista può utilizzare il nome della religione musulmana, ma non è un religioso perché attenta alla vita stessa del musulmano e attenta alla religione, alla vita religiosa. Non è umano e non è religioso.

Noi come vescovi e come cittadini abbiamo la responsabilità di far recuperare la speranza. Domani, celebrerò la Messa per tutte le vittime e i loro familiari nella basilica della Sagrada Famiglia e pregheremo per la pace chiedendo al Signore che cambi il cuore di pietra di questi terroristi e li trasformi in cuori di carne, perché si convertano da costruttori di morte a costruttori di pace.

Tutti facciamo parte della medesima casa comune che è la terra. Siamo di differenti razze, culture e religioni ma tutti siamo fratelli, e siamo chiamati a costruire la fraternità nel mondo.»